Minori difficili: Caritas Bolzano-Bressanone e Centro Pace, “lavorare con i ragazzi che soffrono”

(Foto Caritas Bolzano-Bressanone)

Nel convegno “Minori difficili?”, organizzato oggi, sabato 8 giugno, la Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone e il Centro Pace di Bolzano hanno affrontato il tema di come aiutare i cosiddetti minori difficili, spesso autori di comportamenti “al limite” capaci di mettere sottosopra famiglie, classi scolastiche o interi quartieri. Al confronto hanno partecipato diverse realtà del territorio altoatesino: scuole, centri giovanili, istituzioni e comunità di quartiere.

(Foto Caritas Bolzano-Bressanone)

Rabbia e disillusione di giovani e adolescenti finiscono sempre più spesso sulle prime pagine di giornali e mezzi d’informazione, ma non sempre si parla delle motivazioni che provocano comportamenti aggressivi. “Contesti di povertà, marginalità e esperienze traumatiche come l’emigrazione, feriscono le persone che li vivono, giovani inclusi. Nei nostri servizi incontriamo spesso questa sofferenza”, ha affermato la direttrice della Caritas diocesana, Beatrix Mairhofer. “L’obiettivo di oggi è stato ‘fare squadra’, per arrivare alle cause della fragilità e lavorare insieme per contrastarle”, ha spiegato.
Il convegno si è svolto a Bolzano presso la Fondazione Cassa di Risparmio con la partecipazione dell’assessora comunale Chiara Rabini. Nel corso della mattinata sono intervenuti come relatori Tito Baldini e Maria Rosa Irrera, esperti nell’aiuto di minori in condizioni di fragilità, che hanno fornito alcuni spunti operativi per lavorare con comportamenti quali: l’aggressività gratuita, l’autolesionismo, il ritiro nel proprio mondo virtuale, fino alla delinquenza minorile e la devianza giovanile. I relatori hanno parlato anche di un incremento della fragilità psichica tra le generazioni, mettendo in luce come alla base di molti atteggiamenti di sfiducia e di sfida di giovani e adolescenti vi sia un dolore profondo dell’anima.

(Foto Caritas Bolzano-Bressanone)

“Il compito di famiglie, educatori e professionisti dell’aiuto, una volta accertata l’esistenza di questa sofferenza, è lavorare insieme per prendersi cura di ragazze e ragazzi. È importante soprattutto che le diverse istituzioni che si occupano di minori condividano informazioni, poiché spesso i comportamenti ‘antisociali’ nascono dalla marginalità, economica e sociale, che va contrastata da tutta la comunità educante”, ha riassunto Silvia Golino del servizio Caritas di mediazione interculturale e moderatrice del convegno.
Il convegno è stato anche il momento conclusivo di una serie di incontri online, promossi dal servizio della Caritas, che hanno affrontato proprio il tema della sofferenza psichica in età infantile e adolescenziale. “Spesso bambine, bambini e adolescenti, che appaiono ‘insofferenti’, sono in realtà quelli che soffrono di più e che più hanno bisogno di un attento lavoro da parte nostra”, ha concluso Golino.

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