“La città e l’Europa sono i due soggetti delle prossime elezioni amministrative ed europee. Le elezioni le legano insieme per diversi motivi. Dalla città arrivano in Europa i nostri giovani universitari per l’Erasmus, i ricercatori, i nuovi emigranti per completare gli studi e valorizzare un titolo di studio, trovare un lavoro o un nuovo contesto di vita”. Lo sottolinea l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, in un appello ad andare a votare.
“Dall’Europa giungono in città giovani universitari per l’Erasmus in uno scambio fruttuoso, lavoratori nelle aziende, lavoratori stagionali in agricoltura e nel turismo, professionisti e imprenditori – ricorda il presule -. È una libera mobilità che, come hanno dimostrato gli economisti, ha reso più ricca e sicura l’Europa, più ricche e sicure le nostre città. La scuola, la cultura, l’economia sono cresciute grazie all’Europa unita che, nella ‘Petizione di cittadini italiani al Parlamento della Repubblica Italiana’ del 31 ottobre 1950 – firmata da 521.359 cittadini – sembrava un sogno, ma che oggi è realtà così come la sognavano allora molti cittadini e cittadine (intellettuali, artisti, imprenditori, politici)”.
Il testo della Petizione iniziava sottolineando, evidenzia mons. Perego, che “la divisione dell’Europa democratica in Stati sovrani ogni giorno di più conduce i popoli verso la miseria, l’asservimento e la guerra” e per questo auspicava “la costituzione di un’autorità politica europea sovranazionale, democraticamente eletta, dotata di funzioni limitate, ma di poteri reali necessari per ‘garantire l’uguaglianza dei diritti dei suoi popoli e le libertà fondamentali dei suoi cittadini; realizzare un progressiva unificazione economica; condurre una politica estera comune; organizzare la comune difesa'”.
“Sono quattro impegni che restano ancora in parte non realizzati e per questo è importante andare alle urne e partecipare al voto – sottolinea l’arcivescovo -. Sono passati 74 anni da quell’appello, 74 anni di pace, di crescita economica e culturale, di sicurezza. La città e l’Europa sono strettamente unite e crescono solo insieme. Dividerle sarebbe tornare in una situazione di povertà, di insicurezza: non avere futuro”. Per questo, conclude, “l’invito è di tornare a votare: per la nostra città e per la nostra Europa”.