Nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena), circa 34 milioni di bambini sotto i cinque anni, ovvero 3 su 5, vivono in condizioni di povertà alimentare. Oltre il 20%, ovvero 1 su 5, vive in condizioni di grave povertà alimentare. Un numero significativo di questi bambini risiede in aree colpite da conflitti: in Siria (il 30% dei bambini del paese), nello Yemen (il 27%), nella Striscia di Gaza (9 bambini su 10), in Sudan (2 milioni). In Libano, l’aggravarsi della crisi finanziaria e politica ha avuto un impatto negativo sullo stato nutrizionale dei bambini, con oltre il 75% di loro che vive in condizioni di povertà alimentare, di cui il 21% in condizioni di grave povertà alimentare tra i bambini. Sono i dati presentati in un nuovo rapporto dell’Unicef, (https://www.unicef.org/child-health-and-survival/child-food-poverty) reso noto oggi, che evidenzia i risultati di circa 100 Paesi del mondo, tra cui nove della regione. Il rapporto sottolinea gli effetti aggravanti delle disuguaglianze, dei conflitti e delle crisi climatiche – tutti fenomeni comuni nella regione – sui prezzi degli alimenti e sul costo della vita. Le persistenti crisi prolungate, i conflitti in corso e l’instabilità economica della regione hanno un impatto significativo sull’accesso dei bambini a cibi nutrienti e diversi. Si stima che circa la metà dei bambini che versano in condizioni di grave povertà alimentare riceva solo prodotti a base di amidi o prodotti a base di amidi insieme a latticini o latte materno, il che riflette una dieta molto povera. Oltre ai conflitti e alle crisi, il rapporto indica anche che la povertà di reddito è uno dei principali fattori di grave povertà alimentare tra i bambini. Tra le famiglie relativamente più ricche, gli ambienti e le pratiche alimentari inadeguate sono i principali fattori di povertà alimentare tra i bambini.