Televisione: Disney+, presentata la miniserie “Becoming Karl Lagerfeld”. Daniel Brühl, “era un fine intellettuale e riferimento della pop culture”

(Foto Disney+)

“Negli esseri umani amo le contraddizioni e Karl Lagerfeld ne era un esempio straordinario: un fine intellettuale (amava Marcel Proust), ma anche riferimento della pop culture, di quel mondo folle dai ritmi frenetici che è la moda. Sapeva essere un creativo, un fotografo, ma al contempo un uomo di business. Ha vissuto così, attraversando queste contraddizioni, fino alla fine. Non ha mai perso la curiosità”. Così l’attore tedesco Daniel Brühl nell’incontro stampa in Italia per il lancio della miniserie “Becoming Karl Lagerfeld”, ritratto del celebre couturier alla guida delle maison Chloé, Fendi e Chanel, nonché ideatore di una propria linea di moda. La serie – disponibile dal 7 giugno – è una produzione originale francese Disney+ targata Gaumont e Jour Premier, adattamento del bestseller “Kaiser Karl” di Raphaëlle Bacqué.
L’attore Daniel Brühl (tra i suoi lavori “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, “Captain America: Civil War”, “Rush”, “Good Bye, Lenin!”) ha raccontato il suo processo creativo e i legami con la figura del geniale couturier tedesco. “È stato molto interessante – ha dichiarato – scoprire Lagerfeld, l’uomo prima del grande stilista di successo, prima che arrivasse a perfezionare quella sua maschera. Lo incontrai circa 20 anni fa e ricordo bene i suoi capelli bianchi, gli occhiali scuri, i guanti. Ho voluto sottolineare anche le sue insicurezze, fragilità e sentimenti”.
Ancora Brühl: “È stato un lavoro impegnativo. Bisognava creare un personaggio e non una sua caricatura. Dovevo entrare nella vita di una persona riservata, che voleva essere rispettata e amata, e conquistare la moda parigina. Un uomo con fame di vita”. L’attore ha poi affermato: “Mio padre era un regista di documentari e mi ha supportato dicendomi sempre: ‘Idealmente bisogna puntare a raccontare storie di cui possano parlare tanto i tassisti quanto gli intellettuali’. È un po’ quello che dissero – fu Pierre Bergé – a Karl Lagerfeld che era ‘un mercenario della moda’”.
Tracciando un bilancio del suo lavoro, Brühl ha dichiarato: “Cosa porto con me da questo personaggio? Desidero conservare, come Karl Lagerfeld, quella curiosità, quella fame di vita, sino alla fine, senza mai cadere nella nostalgia, ma guardando sempre al presente”. E sui progetti futuri: “Sono felice di poter lavorare al prossimo film di Ruben Östlund, un autore che trovo geniale. E poi vorrei occuparmi di una nuova regia, ma è troppo presto per parlarne”.
Infine, Daniel Brühl ha speso anche una parola sulle imminenti elezioni europee: “Compirò 46 anni tra pochi giorni. Sono cresciuto in una cornice temporale privilegiata, assistendo a 11 anni alla caduta del Muro di Berlino e alla formazione dell’Unione europea. Oggi avverto un senso di preoccupazione. Vedo mancanza di unità. Ma non posso essere pessimista, pensando anche al futuro dei miei due figli. Spero che ritroveremo presto una congiuntura positiva in Europa. Dobbiamo continuare a imparare dal nostro passato, dalla nostra storia”.

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