“Santificare il nome di Dio è santificare e onorare Dio stesso. Non è mai un appellativo meramente convenzionale: dice sempre qualcosa della persona, della sua origine, o della sua missione”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al vento dello Spirito Santo, il cui nome è “Ruach”, che significa “soffio, vento, respiro”. Il nome Ruach, ha spiegato Francesco, “contiene la prima fondamentale rivelazione sulla persona e la funzione dello Spirito Santo”: “Fu proprio osservando il vento e le sue manifestazioni, che gli scrittori biblici furono guidati da Dio a scoprire un ‘vento’ di natura diversa. Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal fragore di un vento impetuoso. Era come se lo Spirito Santo volesse mettere la sua firma su quello che stava accadendo”. L’immagine del vento, ha proseguito il Papa, “serve anzitutto a esprimere la potenza dello Spirito Santo”: “Spirito e potenza”, “o potenza dello Spirito”, è “un binomio ricorrente in tutta la Bibbia. Il vento infatti è una forza travolgente, una forza indomabile, capace perfino di smuovere gli oceani”. Per scoprire il senso pieno delle realtà della Bibbia, “bisogna non fermarsi all’Antico Testamento, ma arrivare a Gesù”, il monito di Francesco: “Accanto alla potenza, Gesù metterà in luce un’altra caratteristica del vento, quella della sua libertà. A Nicodemo, che lo va a trovare di notte, dice solennemente: ‘Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito’” .