“C’è un’intolleranza che mostra il suo lato sinistro nei Paesi opulenti dell’emisfero nord occidentale, orgoglioso delle sue conquiste nel riconoscimento e nella protezione dei diritti umani”. A denunciarlo è stato mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, intervenendo al convegno internazionale sulla libertà religiosa in corso presso la Villa Magistrale dell’Ordine di Malta all’Aventino. Per Gallagher, si tratta di una “situazione paradossale perché, da una parte, questi Paesi sono orgogliosi di esportare diritti umani, perfino quando erroneamente li chiamano diritti”. “Pensiamo alle battaglie per l’universalizzazione dell’aborto come diritto, o più in generale ai cosiddetti diritti riproduttivi, pensiamo anche alle richieste sul tema del gender”. Dall’altra parte, ha denunciato Gallagher, questi Paesi “dimenticano il primo dei diritti in questione, la libertà religiosa”. L’esponente vaticano, in particolare, ha stigmatizzato “l’assenza di qualsiasi riferimento alla libertà religiosa nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, definita come “indicativa della riluttanza della comunità internazionale nel comprendere la dimensione religiosa nella vita degli individui”.