Il Ponte d’Oro: “natura maestra dei popoli” nel numero di giugno della rivista missionaria per ragazzi

L’estate è alle porte e il mensile per ragazzi “Il Ponte d’Oro”, edito dalla Fondazione Missio (www.missioitalia.it), sul numero di giugno suggerisce di mettersi in ascolto della natura che ha sempre molto da insegnare. “In compagnia di qualche amico, in famiglia o in parrocchia, i giovani lettori – spiegano dalla redazione – possono immergersi in favole o aneddoti tipici dei vari popoli dei cinque continenti, in cui spesso i protagonisti sono elementi della natura come alberi, montagne, animali, acqua, vento”. Per fare questo, le pagine del dossier conducono in giro per il mondo: in Nuova Zelanda, con il “grande capo Rata” e la foresta da rispettare; in Brasile, per scoprire come “Grande Roccia imparò la storia di Acqua”; in Cambogia, con padre Luca Bolelli, missionario del Pime, che racconta l’importanza del fiume Mekong tra la popolazione locale; in Repubblica Democratica del Congo, con padre Vittorio Farronato, missionario comboniano, che descrive come i bambini di Yanonge imparano il rispetto della natura; “e infine nelle Isole Salomone, sul dorso delle tartarughe marine trasportatrici del mondo”.
Nella rubrica dei fumetti che in ogni numero presentano la biografia di un santo o di un missionario, è la volta di san Paolo, che la Chiesa festeggia – insieme a san Pietro – il 29 giugno.
Uno spazio è riservato alla Giornata del bambino africano, che ogni anno viene celebrata il 16 giugno: con l’intento di ricordare che occorre promuovere i diritti dei bambini che vivono in Africa (come il cibo e l’acqua, la salute, l’istruzione), nell’editoriale del numero di giugno si sottolinea che “i bambini africani, che spesso vivono in condizioni di povertà o sottosviluppo, ci insegnano tante belle cose. Sorrisi e gioia appaiono spesso (non sempre!) sui loro volti. La loro creatività si dimostra inventando o costruendo giochi divertenti con pochissimi mezzi (una ruota, un ombrello rotto, dei sassi o dei legni, qualche straccio, una latta)” e conclude che “tutti noi, grandi e piccoli, abbiamo molto da imparare” da loro.

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