Diocesi: Caritas Perugia-Città della Pieve, “aumentano le richieste di aiuto da parte degli italiani”. +11,6% per interventi erogati dal Centro di ascolto

(Foto Caritas Perugia-Città della Pieve)

Aumentano le richieste di aiuto degli italiani e la povertà in generale, ma scende il tasso di crescita. Con riferimento alle attività del Centro di ascolto della diocesi di Perugia-Città della Pieve, prosegue nel 2023 l’aumento (+9,2%) del numero totale (1805) di chi chiede aiuto anche se con una riduzione del tasso di crescita della povertà (nel 2022 segnava +12,7%). La quota degli italiani sale al 25,3% e quella degli stranieri scende al 71,5%. Le persone con doppia cittadinanza il 3,2%. Prosegue la netta prevalenza degli stranieri (provenienti da Perù, Marocco, Ucraina, Nigeria ed altri Paesi). È quanto emerge dal IX Rapporto diocesano sulle povertà e sulle risorse dal provocante titolo: “Catene spezzate”, curato dall’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale della Caritas di Perugia-Città della Pieve. Il rapporto è stato presentato oggi presso il “Villaggio Sorella Provvidenza”, sede della Caritas diocesana. La povertà, dunque, non si riduce nonostante la presenza permanente di politiche di contrasto, dal Sostegno di inclusione attiva (Sia) al Reddito di inclusione (Rdi), poi al Reddito di cittadinanza (Rdc) ed infine all’Assegno di inclusione (Adi). Nel 2023 i “vecchi” utenti sono 568 pari al 31,5%, e i restanti 1237, pari al 68,5%, sono nuovi utenti. Si nota un forte aumento della componente maschile, che tra i nuovi supera quella femminile.

Per classi di età, tra gli stranieri il peso dei giovani fino ai 34 anni è doppio di quello tra gli italiani, mentre quello degli anziani (65 ed oltre) è tra gli italiani quasi quattro volte quello degli stranieri. Tra i nuovi utenti si osserva un’incidenza molto maggiore delle classi più giovani, il che può indicare la loro sofferenza per le difficoltà della situazione attuale. C’è una sensibile diminuzione dei coniugati/e e un aumento dei celibi/nubili. Sul fronte abitativo, al primo posto per incidenza continua a porsi la casa in affitto da privati. Sempre tra i nuovi utenti, si rileva un forte aumento, rispetto ai vecchi, dei privi di abitazione, degli ospiti da amici o parenti, e del ricorso a subaffitto/posto letto. La percentuale di chi dispone di un titolo di studio più elevato della licenza media inferiore è del 47%. Si tratta di un livello di scolarizzazione medio molto basso, non tale da favorire una soddisfacente occupabilità degli utenti Caritas. Sul fronte occupazionale, troviamo, nel 2023, al primo posto la condizione di disoccupato. Il numero complessivo degli interventi erogati tramite il Centro di ascolto diocesano nel 2023 arriva a 85.049, con un aumento dell’11,6% rispetto al 2022, e addirittura del 66,5% rispetto al 2020. Al primo posto vi è l’offerta di beni e servizi materiali, costituiti principalmente dai servizi di mensa, dall’attività degli Empori/market solidali, dalla distribuzione di pacchi viveri. Seguono i servizi di alloggio e quindi i servizi di ascolto, per lo più accompagnato da discernimento e progetto, nonché finalizzato ad attività di monitoraggio.

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