Modena sarà teatro della 74ª Settimana liturgica nazionale, che si svolgerà da lunedì 26 a giovedì 29 agosto con il titolo “Popolo di Dio e Ars celebrandi. Nella liturgia la vera preghiera del popolo di Dio”. La Settimana è stata presentata oggi, in tarda mattinata, in una conferenza stampa tenuta nel Salone arcivescovile. Sono intervenuti mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vicepresidente della Cei, mons. Claudio Maniago, presidente del Centro di azione liturgica e arcivescovo di Catanzaro-Squillace, e Carlo Cantini, diacono e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.
“La Settimana liturgica – ha spiegato mons. Castellucci – evento sempre atteso e apprezzato per la qualità della proposta e dei relatori, quest’anno si vive nell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, dentro e attorno alla cattedrale medievale e alla chiesa abbaziale, due gioielli dell’arte cristiana medievale e due luoghi celebrativi di particolare bellezza”. “I luoghi – ha aggiunto – non costituiscono solo la cornice delle liturgie, ma ne sono parte integrante: l’architettura e l’arte dell’edificio sacro traduce la cultura di un popolo, i suoi ideali, le forme del credere e le rappresentazioni della realtà”. “Sarà quindi una Settimana che ci aiuterà a riscoprire la gioia di celebrare il Signore dentro la storia, la nostra storia, che ha tanto bisogno di invocarlo, come Dio della pace, della concordia e della giustizia”, ha concluso l’arcivescovo.
“La parola liturgia – ha ricordato il diacono Cantini – è composta da due termini greci che significano rispettivamente ‘popolo’ e ‘azione’. La liturgia è azione di salvezza che Dio compie per il suo popolo e azione del popolo, che a sua volta risponde all’incontro di grazia col suo Signore”. “Sulla scia del Concilio – ha osservato – sono stati diversi i documenti del Magistero e le iniziative di formazione volte a questo: promuovere nel popolo di Dio una partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa. Così la 74ª Settimana liturgica nazionale si iscrive in questo filone formativo, con azioni liturgiche, relazioni interessanti e momenti culturali’”.