“La Chiesa è ora in cammino sinodale, una sorta di migrazione”. Lo ha detto il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, presentando – in sala stampa vaticana – del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma il 29 settembre sul tema: “Dio cammina con il suo popolo”. “Oggi, piuttosto che respingere e reprimere chi è in cammino, dovremmo porre attenzione ai fattori di spinta e di richiamo che sono alla base della migrazione forzata”, l’appello del cardinale: “Anche noi, se vivessimo simili pressioni, fuggiremmo. Allora, cerchiamo di vedere i migranti come fratelli e sorelle, siano essi costretti a fuggire o bloccati al confine, o entrambi i casi. I loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri”. “È sbagliato diventare egoisticamente possessivi del nostro angolo di dimora terrena temporanea donato da Dio”, la raccomandazione espressa dal Papa nella preghiera con cui si conclude il messaggio: “Gli itineranti, gli esuli, i rifugiati, i migranti di oggi, come quelli di ieri, sono crudelmente provati dalle avversità. Possono essere tentati dal perdere la speranza. Eppure, sull’orlo della disperazione, tanti di loro portano la Bibbia e altri oggetti religiosi. Essi pongono la loro fiducia nell’unica reale ancora di salvezza – Dio che li accompagna nel loro cammino”. “Abbiamo una sola casa comune insieme, questo pianeta unico; quindi, ognuno di noi condivide inevitabilmente le strade dei migranti e dei rifugiati del nostro tempo”, ha concluso Czerny: “Accogliere i molti viandanti sulla terra è il modo in cui procediamo insieme in pellegrinaggio verso la Patria celeste”.