Educare fin da piccoli alla responsabilità, alla partecipazione, al ruolo che ognuno di noi ha nella società e per il bene comune “è fondamentale”. Lo sostiene in un’intervista al Sir Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, che il prossimo 4 luglio parteciperà all’incontro “Scuola: educarsi alla partecipazione” nell’ambito della 50ª Settimana sociale di Trieste (3-7 luglio). “Si tratta – spiega – proprio di quella dimensione del progetto educativo che permette di transitare dall’io dal noi; da tutto un percorso esistenziale incentrato sull’io e sull’affermazione di sé, al noi, che è invece quel guardare alla propria appartenenza, alla comunità, e sentirsi in qualche modo attore, protagonista e responsabile non solo del proprio destino ma del destino della comunità, in piccolo prima, e poi del mondo nel quale ci si muove”.
Oggi invece – sottolina lo psicoterapeuta – “assistiamo, paradossalmente, al fenomeno di giovanissimi che da un lato sembrano appassionati e propensi a lottare, ad esempio per la questione palestinese, dall’altro disertano in modo significativo l’esercizio della democrazia e della partecipazione nel proprio Paese. Come se questi due aspetti fossero totalmente scollati”. Per questo, conclude, “lavorare per generare una mente, non tanto politica, ma una mente sociale che guardi al valore del noi in un tempo in cui si è affermato con prepotenza il valore dell’io, costituisce molto probabilmente la sfida fondamentale che anche la scuola deve imparare a cogliere”.