Riviste: Famiglia Cristiana, sull’ultimo numero un’ampia inchiesta sulla sanità italiana

Sull’ultimo numero di “Famiglia Cristiana” (30 giugno) un’ampia e approfondita inchiesta sulla sanità italiana pubblica e privata. “Eravamo l’eccellenza mondiale in campo sanitario (ce la battevamo con la Francia) grazie a una riforma datata 1978, che garantiva la cura sanitaria per tutti, e invece, anno dopo anno ci siamo ‘americanizzati’. Se non hai i soldi non ti curi, come in America”, si legge nella presentazione. Sono aumentate le assicurazioni sanitarie per prenotare da privato e ovviare alle liste d’attesa pubbliche che durano mesi (una mammografia, costo 150 euro minimo può arrivare a due anni, una colonscopia a 1.400 a un anno). Colpa di 21 sistemi sanitari diversi regione per regione e al fatto che spendiamo meno per la sanità rispetto alla media europea, nonostante abbiamo la popolazione più anziana d’Europa e dunque bisognosa di cure. E così i medici se ne vanno nel privato, i Pronto Soccorso scoppiano, 4 milioni e mezzo di poveri rinunciano a curarsi e a fare prevenzione.
L’inchiesta contiene anche un’intervista a don Massimo Angellelli, responsabile della pastorale della salute della Cei, cui fanno capo oltre mille tra centri, cliniche e ospedali gestiti da religiosi, come il Fratebenefratelli. Per Angelelli, lo Stato dedica uno scarso riconoscimento alle strutture cattoliche non profit, considerate alla stessa stregua di centri sanitari privati a fin di lucro.

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