“Mentre a Polsi si lavora per rendere sempre più decoroso ed accogliente il Santuario per i tanti fedeli che hanno ripreso i loro pellegrinaggi, ancora una volta si è costretti ad assistere a trasmissioni televisive che continuano a denigrare questo luogo, meta annuale di migliaia di sinceri devoti alla Madonna, qui venerata col titolo di Madre del Divin Pastore”. E’ quanto si legge in una nota diffusa ieri dalla diocesi di Locri-Gerace che si chiede “a che pro riproporre servizi e interviste che sanno di minestra riscaldata”: “a chi giova rivedere per la millesima volta lo stesso filmato girato davanti alla Chiesa di Prisdarello? Forse alla stessa ndrangheta e agli ndranghetisti che vedendosi riproposti in Tv si sentiranno importanti e famosi?”. La Chiesa della Locride con il suo vescovo, mons. Francesco Oliva, e più in generale tutta la Chiesa calabrese, in questo momento “a parte le normali attività pastorali, è impegnata in prima linea nell’opera di accoglienza dei migranti che riescono ad arrivare vivi sulle coste della regione, è – si legge nella nota – impegnata a consolare i superstiti e a seppellire i morti. Ebbene, difronte a questa e ad altre impellenti questioni, la Chiesa di Locri-Gerace deve vedersi costretta ancora una volta a ribadire, per i sordi che non vogliono sentire, che la ndrangheta è il male, che gli ndranghetisti vivono fuori dalla comunione con la Chiesa, che il Santuario di Polsi è luogo di fede e di preghiera”. Nei giorni scorsi il Rettore del santuario di Polsi, don Tonino Saraco, ha scritto una Lettera aperta che “sarà sfuggita alla trasmissione in questione” con la quale ha reso note alcune iniziative e le opere in corso di realizzazione, “per rendere il nostro Santuario decoroso ed accogliente”. “Il Santuario ci appartiene – ha detto don Tonino Saraco- e tutti dobbiamo fare la nostra parte, per renderlo sempre uno spazio di ristoro spirituale e di preghiera”.