Diocesi: Latina, stamattina Assemblea di fine anno del clero. Da mons. Crociata una riflessione sul caso di Satnam Singh

“Dobbiamo riconoscere che viviamo una fatica, se non una lacerazione, nell’esercizio del nostro ministero. E lo dico volendo non solo rappresentare la percezione di una esperienza soggettivamente, e quindi anche psicologicamente e spiritualmente, penosa, bensì anche un dato più vasto che abbraccia questo aspetto percettivo personale. Mi riferisco al fatto che noi siamo stati formati per una Chiesa (a sua volta dentro una società) che non è più quella nella quale ci troviamo”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata, nel suo intervento all’assemblea di fine anno pastorale del clero operante in diocesi.
L’incontro, svoltosi presso la curia vescovile di Latina, è servito a riflettere sul cammino da intraprendere il prossimo anno e quali le sfide che si avranno davanti. Un argomento affrontato dal vescovo e discusso poi nei singoli gruppi di studio – si legge in un comunicato – è stato quello delle Unità di collaborazione tra parrocchie, di cui il clero ha già iniziato l’analisi a livello di forania, così come se ne è già discusso anche nel Consiglio pastorale diocesano. Si tratta cioè di avviare una nuova relazione tra parrocchie di uno stesso comprensorio su determinati e specifici ambiti.
Il presupposto da cui è partito mons. Crociata è stato quello già affrontato in altri incontri e cioè che “la collaborazione è, per noi credenti, molto prima di una tecnica organizzativa, il frutto di un dono spirituale, il versante sociale e relazionale di una identità ultimamente divina, segnata perciò dalla partecipazione alla comunione delle Persone divine”.
All’assemblea del clero, il vescovo ha riportato una riflessione sul caso di Satnam Singh, l’indiano ferito gravemente sul lavoro nei campi e poi abbandonato senza cure. Ai presenti ha spiegato che sullo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, piaga nell’Agro pontino, bisognerà avviare una ulteriore riflessione nei prossimi mesi, perché “è una cosa che riguarda la nostra dignità di preti” e perché bisogna “essere sempre coscienti di quanto accade intorno a noi”. Il problema – ha sottolineato – non è di tipo caritativo, su questo già la Caritas diocesana e quelle parrocchiali fanno molto e sono vicino ai braccianti, ma come ha spiegato mons. Crociata riguarda la pastorale vera e propria. Lo ha fatto con un esempio molto duro, ricordando che è acquisito come determinate categorie di persone per gli atti compiuti non possono accedere alla Comunione (es. i mafiosi o gli evasori fiscali), però questo non viene pensato per coloro che sfruttano le persone sul lavoro, e con le condizioni che spiega la cronaca. Ecco perché sarà necessaria una riflessione che passa anche per il necessario dialogo interreligioso con le comunità straniere di riferimento.
Al termine dell’assemblea – informa la diocesi – il vescovo ha comunicato alcune nomine di parroci e per i Servizi diocesani.

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