Sono 50 anni che Cipro è divisa e oggi il Consiglio d’Europa chiede che Varosha, quartiere della città turco-cipriota di Famagosta, conosciuto come “città fantasma”, venga restituita ai suoi legittimi abitanti greco-ciprioti, o posta sotto il controllo delle Nazioni Unite o rientri in un programma di ricostruzione della fiducia tra le due comunità dell’isola. L’assemblea parlamentare del Consiglio (Apce), riunitasi in questi giorni, ha approvato una risoluzione – alla luce di un rapporto redatto dal deputato italiano Piero Fassino – in cui prende le distanze dalle azioni intraprese dal leader della comunità turco-cipriota dall’ottobre 2020 che costituirebbero un “cambiamento inaccettabile” del suo status e una grave violazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, oltre che un indebolimento delle prospettive di raggiungere una soluzione globale alla questione di Cipro. Poiché la città ha un alto valore simbolico anche per la comunità greco-cipriota, che la dovette abbandonare nel 1974, la restituzione ai suoi abitanti di questa porzione “costituirebbe un forte contributo positivo verso il raggiungimento di una soluzione globale”. La strada suggerita dai deputati è quella del “dialogo costruttivo e orientato al futuro” avviato dai comuni di Famagosta e Gazimagusa e li hanno incoraggiati a sviluppare progetti. Dall’Apce, sostegno al Segretario generale delle Nazioni Unite e al suo nuovo inviato personale per la riapertura dei negoziati tra le due comunità cipriote.