Mentre è in corso il Consiglio europeo a Bruxelles, le dichiarazioni dei leader si susseguono senza un apparente né particolare filo logico. Il sostegno all’Ucraina è unanime (o così sembra), l’accordo sui top jobs appare cosa fatta (ma qualcuno solleva obiezioni su Von der Leyen), intanto emergono giochi di rimbalzo sui nomi: “Se Antonio Costa rimane presidente del Consiglio europeo per 5 anni, allora Roberta Metsola guiderà l’Europarlamento per 5 anni” (Tajani). Altri premier insistono su una maggioranza a tre (popolari, socialdemocratici e liberali), altri ricordano la necessità di coinvolgere i conservatori e di non escludere alcun Paese (l’Italia, in sostanza) dalle decisioni sulle figure apicali. Il cancelliere tedesco Scholz dice no a ogni collaborazione con le destre; il polacco Tusk non vuole preclusioni verso l’Italia (stesso concetto espresso dal capogruppo popolare Weber); il francese Macron e lo spagnolo Sanchez al momento sembrano su posizioni attendiste.
L’attuale presidente dell’Europarlamento, Metsola, spera nell’accordo sui top jobs entro questa notte, ricordando che l’Assemblea “ha a disposizione una sola sessione plenaria a luglio”: se la nomina della presidente della Commissione europea arrivasse oggi (scontato a questo punto il secondo mandato a Von der Leyen), il Parlamento potrebbe votare la conferma della nomina il 18 luglio. Altrimenti si andrebbe alla sessione plenaria di settembre. Poi aggiunge: “La cosa importante è assicurare la più ampia maggioranza possibile, che aiuterà la costruzione della maggioranza anche al Parlamento europeo”. In tal senso “è importante non escludere alcun Paese”.
Esplicitamente contrario alla nomina della Von der Leyen si è detto il premier ungherese Orban: “L’Ungheria non può sostenere un nuovo mandato per Von der Leyen. Lo Stato di diritto, un importante valore europeo, è stato utilizzato politicamente e su base partigiana contro l’Ungheria”.
Al summit oggi è intervenuto anche il presidente ucraino Zelensky. “Ringrazio Charles Michel e tutti i leader dell’Ue per aver sostenuto i negoziati di adesione dell’Ucraina. Gli ucraini lo aspettavano da molto tempo. Abbiamo fatto un passo in avanti significativo – ha affermato – e diventeremo certamente membri a pieno titolo dell’Ue”.
In un comunicato emesso dal Consiglio europeo si legge: “L’Unione europea e l’Ucraina condividono valori comuni, vale a dire la democrazia, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e lo Stato di diritto, nonché interessi condivisi in termini di pace, sicurezza, stabilità e prosperità. Impegnati nel rispetto di questi valori e interessi comuni, e in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di giugno, ottobre e dicembre 2023 e con la dichiarazione congiunta di sostegno all’Ucraina del 12 luglio 2023, l’Unione europea e i suoi Stati membri contribuiranno, a lungo termine e insieme ai partner, agli impegni in materia di sicurezza nei confronti dell’Ucraina, che aiuteranno l’Ucraina a difendersi, a resistere agli sforzi di destabilizzazione e a scoraggiare futuri atti di aggressione”.