In che modo le religioni possono contribuire a creare coesione nella società? Su questo si sono confrontati i leader delle religioni presenti in Italia, che il 25 giugno si sono riuniti a Roma, presso la sede Cei, per una conversazione spirituale organizzata dalla Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo. “La collaborazione per aiutarci, per dialogare, affrontando anche la fatica della storia, non deve farci perdere di vista la necessità di venire incontro a chi soffre: il dolore dell’uno non può essere contrapposto a quello dell’altro; anzi, quando il dolore viene raccolto può essere motivo di amore. È questo ciò su cui puntiamo”, ha affermato mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e Segretario generale della Cei, ricordando che “l’affermazione di Dio non può essere motivo di violenza, mai”. “La religione – ha osservato – divide quando afferma un Dio che si contrappone ad altri, invece l’affermazione di Dio trascendente è motivo di pace perché ci induce a guardare l’altro come un fratello e a saper riconoscere nell’altro quel bene che perseguo”.
Nel corso dell’incontro, il secondo dopo quello dello scorso anno, “abbiamo provato a vedere cosa già stiamo facendo e in quale prospettiva possiamo lavorare”, ha spiegato mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Cei, sottolineando che “è stato fatto un passo avanti, in quanto abbiamo preso in considerazione tematiche più precise: la questione dell’educazione e della formazione, la pace, i giovani, la partecipazione politica”.