È stato presentato questa mattina, dall’Opera della Metropolitana di Siena e dall’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, il restauro del fonte battesimale del duomo di Siena. Dopo tre anni, torna a risplendere lo straordinario capolavoro in marmo, bronzo dorato e rame smaltato realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino. Il restauro è frutto di una serie di interventi, di altissimo e innovativo livello tecnico, condotti dal personale dell’Opera e da quello, altamente specializzato, dell’Opificio delle pietre dure.
“Per un cristiano si nasce a nuova vita con il battesimo – sottolinea il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino – e il fonte battesimale del duomo di Siena ha visto ‘nascere a nuova vita’ tante generazioni di senesi famosi e meno famosi, tanta gente comune, legati tutti in maniera indissolubile a questa città unica. Alla forte connotazione spirituale e religiosa oggi si aggiunge la suggestione per la restituzione al mondo di un capolavoro assoluto del Rinascimento italiano”. “Tutto il complesso del duomo della nostra città – aggiunge Lojudice – è uno scrigno che contiene immensi capolavori di arte che trovano la loro ispirazione nella tradizione cristiana che a Siena e nei suoi territori ha saputo trasformarsi nella chiave di volta delle comunità”.
Posizionato al centro della struttura architettonica del battistero, il fonte battesimale è uno tra i maggiori capolavori conservati all’interno del complesso monumentale del duomo di Siena. Straordinaria opera in marmo, bronzo e rame smaltato realizzata tra il 1417 e il 1431 dai più importanti scultori del primo Rinascimento, il fonte è costituito da una vasca esagonale in cui si inseriscono i sei specchi in bronzo dorato raffiguranti la vita del Battista, scanditi dalle statue della virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Fra gli episodi più rappresentativi assume un particolare rilievo il Battesimo di Gesù di Lorenzo Ghiberti del 1427, elegante e raffinata scena caratterizzata da un pittoricismo e un senso di profondità ottenuti grazie a una graduale riduzione del rilievo Il ciclo si conclude con il celebre Banchetto di Erode di Donatello, la scena più toccante per la drammaticità del soggetto e le qualità formali.
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