Tossicodipendenze: Relazione al Parlamento, le nuove sostanze psicoattive una delle sfide più critiche. Nell’ultimo anno identificate sul territorio 70 Nsp

“Le nuove sostanze psicoattive (Nsp) rappresentano una delle sfide più dinamiche e critiche nel campo delle dipendenze, con una crescente variabilità che rende difficile il loro rilevamento e controllo. Nel corso dell’ultimo anno, il Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga ha identificato sul territorio 70 Nsp, appartenenti principalmente alle classi dei catinoni (20%), delle arilcicloesilammine (16%), dei cannabinoidi sintetici (13%) e delle benzodiazepine (11%)”. È quanto si legge nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024, presentata oggi a Roma.
Questa diffusione continua a creare allarme tra gli operatori del settore: essendo composti sintetici facilmente manipolabili, risultano difficili da rilevare e, non essendo immediatamente classificati nelle liste delle sostanze vietate dalla legge, sfuggono spesso ai controlli. Nel corso del 2023 “sono state inserite all’interno delle tabelle ministeriali 48 nuove sostanze stupefacenti”.
Inoltre, “il consumo di Nsp, in crescita dopo la pandemia, interessa prevalentemente i giovani, più esposti a questo particolare mercato. Nel 2023, riferiscono di averne consumata almeno una nel corso dell’anno 160mila 15-19enni, pari al 6,4% della popolazione studentesca”.
Per l’anno 2023, utilizzando i dati del Sistema informativo dipendenze (Sind) del Ministero della Salute, nella Relazione è stato inserito per la prima volta un focus sulla sostanza di primo uso (droga di inizio del percorso della tossicodipendenza) in relazione alla droga primaria per cui i soggetti hanno chiesto il trattamento al SerD. Nella maggior parte, “le persone hanno iniziato con le stesse sostanze per cui si sono rivolte al SerD: in particolare, i consumatori di eroina e cocaina, per le quali però una percentuale consistente dei soggetti in cura ha iniziato l’uso di sostanze con i cannabinoidi, rispettivamente il 29,1% e il 30,5%, dimostrando un importante ruolo dei cannabinoidi come sostanze di iniziazione per il passaggio a sostanze ad alto potenziale additivo”. Rispetto alle principali sostanze oggetto di trattamento, “alcol e tabacco rappresentano invece sostanze di primo uso a prevalenza più bassa ma non trascurabile: l’alcol, per esempio, lo è stata nel 5,1% nei consumatori di cocaina e del 2,2% per quelli di cocaina”.

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