Tossicodipendenze: Relazione al Parlamento, aumentati i progetti di prevenzione, un lavoro di informazione, comunicazione e sensibilizzazione

Nell’ultimo anno, presso i Servizi pubblici e privati (SerD) dedicati alla prevenzione, al trattamento e alla riabilitazione delle dipendenze, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, “sono stati trattati 132.200 pazienti, una parte dei quali ha seguito anche un percorso di cura e riabilitazione presso strutture terapeutiche residenziali e semi-residenziali”. In particolare, “si è registrato un aumento (dal 51 al 55%) di persone che hanno chiesto di essere prese in cura per cocaina/crack”. È quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2024, presentata oggi a Roma.
Anche “gli accessi in Pronto Soccorso droga-correlati, 8.596 in tutto, hanno fatto registrare un aumento del 5% rispetto al 2022; il 12% di questi accessi ha esito in ricovero”.
I decessi per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti rilevati su base indiziaria da parte delle forze di polizia “sono stati 227 (in calo rispetto al 2022)”. Grazie a un progetto attivato dal Dpa con i Tossicologi forensi italiani, “sono stati raccolti i dati di 85 province italiane: i decessi droga-correlati nelle indagini forensi nel 2023 sono stati 822 (+5,4% rispetto al 2022), di cui 312 per intossicazione acuta”.
Lo scorso anno sono aumentati i progetti di prevenzione, un lavoro di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che vede coinvolti operatori pubblici, principalmente Amministrazioni regionali e Dipartimenti delle dipendenze, e privati, associazioni ed enti del Terzo settore: “Sono stati realizzati 289 progetti nelle secondarie di I e II grado, mirati all’incremento di conoscenze e competenze sociali per prevenire l’uso di droghe. Il 49% delle scuole ha organizzato attività di prevenzione delle sostanze, dato in crescita rispetto al 2022, mentre l’81% iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo (che, nel 2023, ha visto vittime il 45% degli studenti). Quasi la metà degli studenti ha partecipato a programmi di prevenzione, mostrando maggiore consapevolezza sui rischi e minor propensione all’uso di sostanze”.

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