Grande emozione questa mattina al Museo della Memoria di Assisi quando un gruppo di 45 ciclisti della Bartali – Youth Association in Movement, provenienti da 8 paesi diversi (Stati Uniti, Canada, Australia, Germania, Italia, Brasile, Argentina e Israele) è partito in direzione Firenze. Un pellegrinaggio che vuole “unire le persone attraverso la passione del ciclismo, portando un messaggio di pace, amore e speranza, ispirandosi all’esempio di Gino Bartali, ricordato all’interno del Museo e arrivando a Firenze, proprio a pochi giorni della grande partenza del Tour de France”, spiega una nota della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. I ciclisti, 32 adulti e 13 ragazzi – tra cui 5 giovani tra i 13 e i 17 anni che arrivano dal Kibbutz Nachal Oz, sopravvissuti al massacro del 7 ottobre – percorreranno il tragitto compiuto tante volte da Gino Bartali per trasportare i documenti falsi per salvare gli ebrei. Prima della partenza, accolti e accompagnati dalla ideatrice e curatrice, Marina Rosati, hanno visitato l’esposizione e donato una bicicletta, carrozzata Bartali, al Museo. Ran Margaliot, il fondatore dell’associazione, ha sottolineato come lo sport e questo viaggio in particolare, per i giovani scampati all’attacco terroristico di ottobre, sia un modo per elaborare quanto è accaduto. “Assisi è stata, è e sarà sempre la vostra casa” ha detto il sindaco della Città di San Francesco, Stefania Proietti: “portate con voi questo messaggio di pace e solidarietà e fratellanza e aiutateci a far diventare sempre più Assisi una città di pace e la città di tutti. Partite da qui portando nel cuore lo spirito di Assisi”. A portare il saluto del vescovo mons. Domenico Sorrentino è stato il vicario generale della diocesi don Jean Claude Hazoumé, che ha ricordato come “Bartali si sia messo al servizio di un bene superiore. Anche voi seguite questi esempi: auguri e buon cammino a tutti”. Presente anche la nipote di Gino, Gioia Bartali che ha sottolineato che “non c’è un posto come Assisi in cui io senta mio nonno: è la mia seconda casa e qui lo sento vicino. Ogni volta che vi rivedo per me è una grande gioia, a voi mi legano tanti ricordi. In questi anni in cui partecipato a incontri pubblici o a iniziative nelle scuole mi sono resa conto di quanto sia amato mio nonno, innanzitutto come sportivo ma poi, venendo a conoscenza di quello che ha fatto, aumenta l’affetto per l’uomo”.