Droghe: Dall’Osso (Società italiana psichiatria), “gravissima ‘accettazione sociale’ che ha abbassato la percezione del rischio”

“La presentazione di oggi in Parlamento sul problema droghe in Italia, ma in generale nel mondo occidentale, conferma che la crescita di sostanze (compresi alcol e ansiolitici al di fuori di ogni prescrizione medica) riguarda un profondo cambiamento di mentalità che vede la dimensione ludica del loro impiego come accettabile, e tendenzialmente priva di conseguenze a livello organico e mentale. Un errore gravissimo. Contrariamente agli anni 70 in cui l’uso di sostanze aveva una valenza di trasgressione dai valori condivisi della società, oggi è, infatti, percepito come elemento per essere pienamente accettati dal contesto. La maldestra gestione del concetto di droghe ‘leggere’ e droghe ‘pesanti’ ha fuorviato intere generazioni, e ancora oggi influisce su una percezione svalutatoria del pericolo ad opera di genitori, insegnanti e spesso, addirittura, degli operatori”. E’ il primo commento a caldo di Liliana Dell’Osso, presidente della Società italiana di psichiatria, alla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, presentata a Roma alla vigilia della Giornata mondiale contro le droghe che ricorre domani.
“Questo modo di pensare – spiega Dell’Osso – ha aperto la strada ad un costante e collettivo abbassamento della soglia di percezione del rischio e soprattutto delle conseguenze in termini di impulsività e discontrollo di cui le sostanze sono mediatori e attivatori, visto che agiscono sulle aree del cervello che regolano questi aspetti, oltre che – più in generale, a livello del funzionamento cognitivo. Altrettanto errata è, spesso, la percezione delle conseguenze negative delle sostanze su comportamenti violenti verso sé (tentativo di suicidio e suicidio) o gli altri (aggressioni e stupri) ma anche forme più subdole di rischio quali il tagliarsi, le gravi dipendenze comportamentali da social o su gravi modificazioni del sonno e dell’alimentazione. Azione tanto più grave quanto è minore l’età dell’utilizzatore”.

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