Una mostra per illustrare l’opera del Vasari architetto tramite una delle imprese più notevoli da lui realizzate nella sua città: la Loggia di piazza Grande ad Arezzo. La mostra sarà inaugurata giovedì 27 giugno presso la Fraternita dei Laici di Arezzo ed avrà come titolo “Honorata e Gratiosa. La Loggia di Giorgio Vasari“. La mostra si inserisce nel programma di eventi celebrativi di “Arezzo. La città di Vasari”, che fino a febbraio 2025 renderà omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. L’inaugurazione è prevista per le 17.30 presso Ca.Mu. casa della Musica di Arezzo, e alle 2 nella cattedrale di Arezzo l’omaggio proseguirà con un concerto che vedrà protagonista l’Organo Vasariano di Luca di Bernardino da Cortona – datato alla metà del XVI sec. e posto su mensole di pietra serena, opera giovanile di Giorgio Vasari –, con un repertorio che spazierà tra brani del Cinquecento, Seicento e Settecento eseguiti dal maestro Andrea Trovato. La mostra – che sarà visitabile fino al 2 febbraio 2025 tutti i giorni dalle 10.30 alle 18 – valorizzerà il vasto repertorio cartaceo della Fraternita, con particolare riguardo alla costruzione delle Logge che nel XVI secolo costituirono per Arezzo un vero e proprio rinnovamento urbanistico. Dalla tavola con il San Rocco di Bartolomeo della Gatta, datata 1479, che documenta la consistenza edilizia della piazza prima dell’opera di Vasari, ai primi documenti sulla genesi dell’opera; dal celebre modellino in legno delle logge commissionato dai Rettori a Giorgio Vasari con una lettera del 19 luglio 1572 all’assenso del Granduca per la realizzazione dell’opera; dalle carte relative all’iter costruttivo alla “Veduta di Piazza Grande” dipinta nel tardo ‘700 e attribuita a Cristoforo di Donato Conti. Presenti inoltre testimonianze sulla vita dell’artista a cominciare dall’atto di battesimo sino alla copia del testamento rogato il 25 maggio 1568 da Raffaello Eschini presso lo Spedale degli Innocenti di Firenze.