Terra Santa: p. Patton (custode), riscoprire “il valore del nascondimento, esatto opposto della cultura social esibizionista e narcisista”

Celebrata sabato 23 e domenica 24, al santuario di San Giovanni del Deserto, la solennità della natività di San Giovanni Battista. Qui i frati della Custodia, insieme a religiosi e alcuni fedeli locali, si sono recati in processione nella grotta in cui, secondo la tradizione, visse San Giovanni. Situato a pochi chilometri da Gerusalemme, qui si fa memoria del luogo dell’infanzia del Battista e degli anni in cui si preparò al ministero pubblico. Nella sua omelia riportata dal sito della Custodia di Terra Santa, il custode, padre Francesco Patton, ha posto all’attenzione dei presenti le figure di Zaccaria, Elisabetta e Giovanni, evidenziando come tutte e tre “insegnano a ricordare sempre come Dio mantenga le sue promesse di misericordia”. In particolare, Zaccaria insegna “il valore del silenzio. Dio gli regala nove mesi di silenzio, lo rende muto perché non ha creduto. Questo non è un castigo ma un’occasione unica che viene offerta all’anziano sacerdote per rimettersi in ascolto della parola di Dio, per cominciare a dedicare il proprio tempo a ricordare quello che Dio aveva promesso di generazione in generazione. E dentro il silenzio matura una capacità nuova di fidarsi di Dio e di riconoscere ciò che sta operando attraverso di lui, attraverso sua moglie Elisabetta, attraverso quel bambino che nasce”. “Elisabetta – ha aggiunto il custode – ci insegna il valore del nascondimento che è l’esatto opposto della cultura social in cui siamo immersi, una cultura esibizionista e narcisista, che ci spinge a mettere in piazza tutto ciò che ci accade, tutto ciò che facciamo e tutto ciò che sentiamo e sperimentiamo”. “Che Elisabetta ci aiuti a essere meno social e più attenti invece agli interventi di Dio nella nostra vita e nella vita delle persone che incontriamo”, ha poi pregato padre Patton. Dal canto suo Giovanni, “già con la sua nascita, annuncia che Dio è misericordia, grazia, dono, poi attraverso la predicazione ricorderà al suo popolo che per accogliere il perdono dei peccati e camminare nella via della pace occorre convertirsi, occorre accogliere il sole che sorge dall’alto, cioè Gesù”. “Zaccaria, Elisabetta e Giovanni – ha concluso – ci insegnano perciò a ricordare sempre che Dio mantiene le sue promesse di misericordia. E questo ci permette di vivere con fiducia anche quando ci sembra che la nostra vita sia sterile e senza frutto, ci insegnano che per comprendere ciò che Dio ci sta donando in questo preciso momento della storia e della nostra vita abbiamo bisogno di silenzio e di nascondimento. A volte anche di un silenzio forzato, sempre e comunque di un nascondimento che ci sottrae alla banalizzazione delle esperienze, dei valori, dei pensieri, dei sentimenti e delle scelte”.

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