Austria: sei nuovi preti per le diocesi di Vienna e Klagenfurt. Card. Schönborn, “restare vicini alle persone”

Con sei ordinazioni sacerdotali – una a Klagenfurt, 5 a Vienna – sono 20 quelle attualmente avvenute quest’anno in Austria. Sono molte meno rispetto allo scorso anno, quando 31 uomini furono ordinati sacerdoti cattolici. Con ogni probabilità, il numero finale di nuovi sacerdoti nella Chiesa cattolica in Austria aumenterà in questi prossimi 6 mesi del 2024, ma secondo il seminario Leopoldinum di Heiligenkreuz, la data delle altre ordinazioni previste per la seconda metà dell’anno è ancora incerta e dipenderà da quando saranno terminati gli studi di teologia. Sono ipotizzabili anche altre ordinazioni da parte di comunità religiose non registrate a livello centrale. Nel duomo di Klagenfurt, domenica 23 giugno, il vescovo della Carinzia, mons. Josef Marketz, ha ordinato sacerdote il diacono Michael Rossian. Il 31enne è originario di Rattendorf nella Gailtal, dove celebrerà la sua prima messa, il prossimo 30 giugno. Essere sacerdote significa “rimanere umani”, “fratelli tra fratelli e sorelle, collaboratori tra collaboratori, e partner di tutte le persone di buona volontà”, ha detto Marketz nell’omelia. Sabato 22, a Vienna, nel duomo di Santo Stefano, il cardinale arcivescovo Christoph Schönborn ha ordinato sacerdoti cinque uomini davanti a oltre 1.000 fedeli. Tra i cinque nuovi sacerdoti ci sono tre nativi tedeschi – Florian Dammberger (32), Enrico Grube (45) e Daniel Schmitt (31) formatisi nel seminario di Vienna – e due sacerdoti dei Salesiani Don Bosco, Chinedu Cosmas Okafor (40) dalla Nigeria e Michal Klucka (38), nato in Slovacchia. L’arcivescovo di Vienna ha sottolineato la necessità di interessarsi con passione alle preoccupazioni della gente. “I sacerdoti dovrebbero sapere quali sfide devono affrontare le persone e sostenerle nelle loro necessità”, rimanendo vicini alle persone, ha affermato Schönborn, perché solo attraverso un genuino interesse per le preoccupazioni quotidiane i sacerdoti possono parlare in modo autentico della fiducia e della cura divina. Ciò significa anche evitare il distacco e il fanatismo: “Per favore, niente parole pie”, ha detto Schönborn.

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