Brasile: Chiesa denuncia l’aumento del traffico di esseri umani in Roraima, al confine con il Venezuela, per sfruttamento sessuale e lavoro in schiavitù

(Foto Conferenza episcopale del Brasile)

La Commissione speciale per la lotta alla tratta di esseri umani della Conferenza episcopale nazionale del Brasile (Cnbb), in collaborazione con organizzazioni religiose e civili, si riunisce in missione nella diocesi di Roraima, la più settentrionale del Paese, ai confini con il Venezuela, fino al 23 giugno. L’obiettivo è quello di comprendere l’attuale contesto legato alla tratta di esseri umani nello Stato, rafforzando le azioni promosse dalla Chiesa cattolica durante la Settimana del Migrante, che quest’anno ha come tema: “Migrazione e casa comune”. La missione aiuta a “far emergere la questione della tratta di esseri umani, che è nascosta, anche le vittime sono nascoste”, sottolinea il presidente della Commissione, dom Adilson Pedro Busin.
Di fronte alla realtà di Roraima, con la sua migrazione in ebollizione e le sue tante “frontiere porose”, la visita della Commissione vuole “che la questione della tratta di esseri umani sia mostrata, resa visibile, sentita, per raggiungere i cuori e le menti delle persone, nel mondo della politica e nella società, con politiche pubbliche che affrontino la tratta di esseri umani”, dice il vescovo. Le organizzazioni riferiscono che nello Stato di Roraima è in aumento il traffico di donne e adolescenti a scopo di sfruttamento sessuale, il lavoro in schiavitù per l’estrazione mineraria illegale, con vittime indigene, e lo sfruttamento dei migranti, soprattutto venezuelani che attraversano il confine in cerca di accoglienza.
A causa della posizione geografica dello Stato di Roraima, che confina con il Venezuela e la Guyana, vi è una grande quantità di movimenti migratori di diverse nazionalità. Gli esperti di migrazione internazionale dell’Università federale di Roraima (Ufrr) sottolineano che negli ultimi anni gli alti tassi di contrabbando e traffico di migranti nello Stato hanno destato preoccupazione per l’impatto negativo sulla vita di donne, uomini, giovani e bambini al confine.

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