“L’educazione richiede sempre tanto. Aiutare i figli spesso significa aiutare le fragilità dei genitori. I valori non sono mai ereditati e non si trasmettono mai automaticamente, ma dobbiamo scoprirli e riviverli”. Così questa mattina il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo con una messa i lavori della terza giornata del XIII Congresso nazionale della Fism (Federazione italiana scuole materne) alla quale oggi in Italia fanno riferimento 9.000 realtà educative frequentate da circa mezzo milione di bambini. Per il card. Zuppi, “in un mondo segnato dal soggettivismo etico e da un materialismo pratico bisogna far scoprire quanto si è importanti per quello che si è, non per quello che si appare. Per l’essere insieme, non per il protagonismo. Per la bellezza di quei bambini che non smettiamo di accogliere e nei quali seminiamo qualcosa che essi raccoglieranno”. Il porporato ha evidenziato il ruolo della Fism e ha insistito sulla seminagione che è la vera risposta: “Raccogliamo quello che seminiamo. Spesso pensiamo che non sia così, deformati dall’idea del successo, della rapidità, dell’apparenza, per cui vale quello che io vedo, non quello che vedono gli altri”. L’educazione è “sempre una seminagione larga, abbondante, e allo stesso tempo attenta che il seme cada. Significa dare risposte e aiutare a porsi le domande, preparare la creazione di quel programma di base che poi aiuterà a orientarsi nella vita, che è fatto di tante parole, giudizi, tenerezze, sicurezze, che se ci sono non si vedono, come un programma, ma che se manca il programma non funziona”. E poi, portando un breve saluto ai 250 delegati al Congresso, ha ringraziato la Fism per il lavoro che svolge e per la “capacità di adattamento ai tempi nuovi accanto e nella Chiesa Madre e Maestra”.