Diocesi: Cerreto Sannita, la preoccupazione del vescovo Mazzafaro e dei parroci per il ridimensionamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sant’Agata de’ Goti

“Desidero nuovamente esprimere la mia personale preoccupazione per la scelta di tenere aperto il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sant’Agata de’ Goti solo nelle ore diurne (nello specifico dalle ore 8 alle 18)”. Lo sostiene il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, mons. Giuseppe Mazzafaro. “Chiudere un Pronto Soccorso – evidenzia il presule – non è la stessa cosa che chiudere un qualsiasi ambulatorio o centro diagnostico. Il Pronto Soccorso rappresenta in molte situazioni il fragile anello che ci tiene legati alla vita che tante volte e improvvisamente viene messa in discussione da fatti imponderabili e imprevedibili. In una situazione di crisi i primi minuti sono preziosi perché la luce della vita resti accesa”.
Di qui l’appello alle Istituzioni preposte alla salvaguardia della salute pubblica “di rivedere la scelta presa circa il Presidio ospedaliero in questione perché di fronte alla vita non ci sono motivi né economici né organizzativi che possano reggere, ma solo priorità vere e reali da vivere”.
Anche i parroci della forania di Sant’Agata de’ Goti, insieme al vescovo Mazzafaro, accolgono “con grande rammarico e con profonda preoccupazione” il ridimensionamento, da ieri, degli orari di apertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Sant’Agata de’ Goti alle sole ore diurne.
“Siamo convinti che la delicatezza del servizio offerto dal Pronto Soccorso, operante in situazioni di emergenza e di urgenza nel quadro di un contesto socio-culturale fragile e di un’area geografica complessa, non possa ammettere riduzioni di sorta, seppure queste risultino giustamente fondate sulla mancanza di personale operativo e/o sul taglio della spesa sanitaria”, osservano ricordando “la storia di un bambino che, lo scorso 18 maggio, a causa di un problema respiratorio, è stato ricoverato al Pronto Soccorso di Sant’Agata, presso il quale è stato prontamente stabilizzato, per poi essere trasferito al Santobono di Napoli. In seguito, i medici del nosocomio napoletano hanno evidenziato l’indispensabilità dell’intervento tempestivo ed immediato da parte del nostro Pronto Soccorso, nel salvare la vita del piccolo, altrimenti seriamente compromessa”.
In questo momento, proseguono, “ci preoccupa che la scelta di ridimensionare il servizio alle sole ore diurne possa ripercuotersi negativamente su un bacino di utenza molto vasto e comportare così notevoli disagi alla nostra gente, soprattutto alle fasce più deboli, che ritrovano nell’Ospedale di Sant’Agata un presidio capace di intervenire sul diritto a ricevere adeguate cure sanitarie, così come prevede la nostra Carta costituzionale”.
Di qui la richiesta alle competenti Autorità sanitarie e ai responsabili regionali delegati alla Sanità “di trovare soluzioni alternative che garantiscano la piena funzionalità del Pronto Soccorso, nella consapevolezza che la fruizione del solo Pronto Soccorso dell’Ospedale San Pio di Benevento risulta sproporzionata rispetto alla estensione geografica della provincia e rispetto all’eccessivo carico di urgenze che vi afferiscono”.

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