L’Italia non è un Paese per bambini e adolescenti. È questa l’impressione che si ha leggendo la Relazione al Parlamento 2023 dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), presentata oggi pomeriggio a Roma. È così? “Le rispondo con quello che hanno detto i ragazzi nella consultazione ‘Il futuro che vorrei’, dove quasi l’80% ritiene di non essere al centro delle scelte politiche del nostro Paese. I ragazzi non sono ancora sufficientemente ascoltati, non sono assolutamente coinvolti nei processi decisionali che li riguardano”, dice al Sir la garante, Carla Garlatti. “Qualche timido passo si sta facendo – ci spiega Garlatti -, ma bisogna farne molti di più, perché l’atteggiamento che si deve assumere deve essere un atteggiamento completamente diverso. Bisogna assumere una modalità di sostenibilità intergenerazionale, essere consapevoli che i destinatari diretti delle nostre decisioni sono i giovani e che le decisioni che prendiamo oggi non potranno in nessun modo né ledere né compromettere le decisioni che dovranno prendere i giovani nel futuro, i loro diritti nel futuro. È questo il messaggio principale che io voglio rivolgere alle istituzioni: ascoltiamo di più i ragazzi, non facciamo come se non ci fossero”.