“Un fuoriclasse della storia dello scambio culturale tra Oriente e Occidente”. Così mons. Fortunatus Nwachukwu, segretario della Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l’evangelizzazione, ha definito il card. Celso Costantini durante la presentazione del libro sul cardinale che fu primo il primo delegato della Santa Sede in Cina. Il volume, a cura di don Bruno Pighin, voluto dall’associazione degli Amici del card. Celso Costantini, è stato presentato oggi pomeriggio alla sede dell’Università Urbaniana a Roma alla presenza del card. Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede. “Un costruttore di un ponte tra occidente e oriente”, recita il sottotitolo del libro. “Oltre a questo vorrei suggerire un altro sottotitolo – ha spiegato mons. Nwachukwu -: il diplomatico pontificio, perché pontificio vuol dire ‘colui che fa ponte’, una caratteristica della diplomazia della Santa Sede. Visto il momento storico del mondo e della Chiesa, e la delicata missione a lui affidata, è stato un autentica figura ponte. E questo emerge dall’attento lavoro di ricerca storica degli autori di questo libro”. Seguendo una sua intuizione, il Centro studi asiatici dell’università Urbaniana, di cui è stato rettore, da luglio diventerà Centro studi asiatici e cinesi, “in una chiave interregionale”, ha annunciato alla presentazione del libro Vincenzo Buonomo, delegato pontificio presso l’Urbaniana. A spiegare la genesi dell’immagine del ponte nel sottotitolo del libro “Celso Costantini e la Cina” è stato il suo autore don Bruno Pighin, della diocesi di Concordia-Pordenone: “L’idea mi è venuta andando a visitare Cordoba, dove c’è un ponte che ha dato alla popolazioni di qua e di là occasioni di dialogo e incontro. Per il cardinal Costantini il ponte ha riguardato la Cina, con la Chiesa cattolica e l’Occidente ma ovunque è stato un costruttore di ponti che hanno favorito la crescita e il progresso, i valori che sono umani e spirituali per l’intera umanità. Un profeta”.