Ue: dal 1° luglio l’Ungheria assumerà la presidenza di turno del Consiglio.

(Foto Consiglio dell’Unione europea)

Un’immagine stilizzata del rompicapo inventato esattamente 50 anni fa dall’ungherese Ernő Rubik campeggia sul sito ufficiale della presidenza Ue dell’Ungheria che comincerà il prossimo 1° luglio. “Il cubo simboleggia l’ingegno, la creatività, il pensiero strategico e la raffinatezza della nazione ungherese”, si legge nella descrizione. “Intuito, pazienza, disciplina e precisione” sono le qualità che servono per risolverlo così come quelle che metterà in campo l’Ungheria presiedendo il Consiglio. L’obiettivo del semestre è tutto racchiuso nel motto “Make Europe great again”, di trumpiana risonanza, rendiamo di nuovo grande l’Europa. Nei sei mesi di presidenza l’Ungheria “agirà come un onesto mediatore in fedele collaborazione con gli Stati membri per raggiungere pace, sicurezza e prosperità in Europa in un periodo difficile”, spiega il sito web ufficiale pubblicato ieri. Sette le priorità elencate, a partire da un “nuovo patto europeo sulla competitività”, dal momento che “l’Europa è in ritardo rispetto ai suoi concorrenti globali” e serve “riportare l’economia dell’Ue su una traiettoria ascendente”. Al secondo posto, “il rafforzamento della politica di difesa europea”, perché “l’Europa ha bisogno di migliorare in modo significativo le proprie capacità di difesa, di risposta e di gestione delle crisi internazionali”. Poi c’è la politica di allargamento – che riguarda i Balcani occidentali – che sarà “coerente e basata sul merito”: “l’allargamento è una delle politiche di maggior successo dell’Ue”, si legge, ma deve essere “equilibrata e credibile”. “Arginare l’immigrazione clandestina” è la quarta priorità programmatica: cooperazione tra Paesi confinanti dell’Ue, e oltre confine, di origine e di transito, rimpatri più efficaci e soluzioni innovative per le norme sull’asilo. Poi c’è la politica di coesione: occorre ridurre “le disparità regionali e garantire coesione economica, sociale e territoriale”. Per questo la presidenza ungherese punterà a un dibattito strategico ad alto livello sul futuro della politica di coesione. Infine la politica agricola che coinvolga gli agricoltori nella transizione verso produzioni sostenibili e garantisca “a lungo termine la sovranità e la sicurezza alimentare, come parte dell’autonomia strategica dell’Ue”. Da ultimo il tema delle sfide demografiche, questione “sempre più importante per la competitività dell’Ue e la sostenibilità delle finanze pubbliche”, su cui la presidenza ungherese, “nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri”.

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