Diocesi: mons. Checchinato (Cosenza), “assumere la complessità della storia così com’è, fuggendo la tentazione di fare belle teorie”

“Oggi la società pretende di avere le sue radici nel cristianesimo e invece privilegia i ricchi, battaglia con i crocifissi in mano ma continua a far morire gente nel Mediterraneo. Sembra che una sorta di torpore stia invadendo le menti e i cuori dei cristiani dell’Occidente cristiano e che la potenza del Vangelo si stia ridimensionando sempre più”. Lo ha detto questo pomeriggio mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, presiedendo in cattedrale la celebrazione eucaristica nella memoria della beata Elena Aiello, fondatrice delle suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Per il presule, “il protagonismo nella storia da parte dei credenti assomiglia sempre più a feticci religiosi ed amuleti che tengono da parte Dio con le opere buone e ci affranca dalle ingiustizie perpetrate ogni giorno a danno dei più sprovveduti e poveri”.
Rispetto a tale situazione, mons. Checchinato ha richiamato la figura e l’esempio della beata Elena Aiello. “Abbiamo bisogno di non perdere la memoria di Elena Aiello e delle sue sorelle, del bene fatto assumendo le sfide e le contraddizioni della storia e sottoponendole alla logica del Vangelo”. Mons. Checchinato ha invitato i fedeli ad “assumere la complessità della storia così com’è, fuggendo la tentazione di fare belle teorie”. Del resto – ha concluso – “accogliere la complessità significa diventare concretezza di risposta alle periferie della storia, che non portano successo ma persecuzione anche dentro i nostri recinti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa