“Dopo una vigorosa ripresa post-pandemica, le prospettive di crescita dell’Italia si sono offuscate” si legge all’inizio delle 96 pagine di relazione periodica relativa all’Italia pubblicata oggi dalla Commissione europea.
Le relazioni per paese 2024 analizzano gli sviluppi economici, occupazionali e sociali in ciascuno Stato membro e fanno il punto sull’attuazione dei Piani di ripresa e resilienza (Rrp) e dei programmi della politica di coesione. Per l’Italia la crescita è rallentata dal 4% nel 2022 allo 0,9% nel 2023; le previsioni di crescita del Pil per il 2024 sono dello 0,9% nel 2024 “a causa di tassi di interesse più elevati e condizioni di finanziamento più restrittive” e dell’1,1% nel 2025. Le vulnerabilità sono legate al debito pubblico, “abbinato a consistenti deficit di bilancio e a una debole crescita della produttività – per carenze strutturali dell’economia italiana – in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e di alcune debolezze residue nel settore finanziario”. Se l’occupazione ha dato segni di miglioramento, giovani, donne e abitanti del Sud hanno tassi di occupazione ancora troppo bassi. La relazione parla poi del sistema fiscale, che “ostacola l’efficienza e la crescita economica” e di come i programmi statali a crediti d’imposta, come il superbonus, eserciteranno “una pressione significativa sul fabbisogno di prestito in contanti e sul debito pubblico”. E poi si parla di “disparità regionali profonde”, di un mercato del lavoro che a livello europeo si pone tra i Paesi con la più alta percentuale di lavoratori autonomi o a tempo determinato e di “tassi di povertà lavorativa che rimangono elevati”. Sfide demografiche, crescita meridione, competitività, riforme fiscali transizione verde e digitale gli ambiti su cui dovrebbe lavorare l’Italia. Alla luce della relazione, la Commissione ritiene che per l’Italia si debba aprire la procedura per i disavanzi. La questione passa al tavolo dell’Eurogruppo e del Consiglio che si riunirà a luglio.