“Quanto avvenuto in provincia di Latina, con un lavoratore indiano abbandonato al suo destino dopo aver perso un braccio sul lavoro, anziché essere aiutato e affidato al pronto soccorso più vicino, è semplicemente orribile: bisogna subito fare luce sull’accaduto e accertare tutte le responsabilità, perché chi ha sbagliato paghi e perché non si ripetano più simili gesti sciagurati”. Lo ha scritto, ieri sera, sulla pagina Facebook della Fai-Cisl il segretario generale, Onofrio Rota.
“Nel Pontino purtroppo – commenta il sindacalista – ne abbiamo viste di tutti i colori: dai lavoratori presi a fucilate, a quelli obbligati a chiamare ‘padrone’ il proprio datore di lavoro, da quelli sfruttati nei campi a quelli ospitati in baracche fatiscienti, dunque questa ennesima vicenda di sfruttamento disumano non è che la conferma di quanto denunciamo da anni. Esiste un protocollo provinciale anticaporalato e va applicato immediatamente in tutte le sue parti, così come esistono le ispezioni, che vanno fatte con serietà e attenzione capillare, così come esiste una cabina di regia che deve moltiplicare le buone pratiche di trasporto, alloggio e contrattualizzazione dei lavoratori, anche nell’interesse delle tante imprese agricole che applicano i contratti e competono sui mercati nella piena legalità e trasparenza”.
“Che i lavoratori migranti in questo Paese siano ancora vincolati a una subalternità totale, nonostante diano un contributo insostituibile al made in Italy agroalimentare – conclude il leader della Federazione – è inaccettabile, per questo continueremo a presidiare il territorio con i nostri camper ‘Tutele in movimento’, con le nostre guide multilingue su diritti, salute e sicurezza, con le campagne ‘Sos Caporalato’ e ‘Mai più ghetti’, però non bastano le denunce: serve anche la vicinanza delle istituzioni a chi vive in prima linea ogni giorno per affermare la legalità e il lavoro dignitoso”.