“Parlare dei giovani dopo i numeri delle ultime elezioni può provocare sconforto. I giovani si sono astenuti per il 56% circa. Si notano però dei segnali di speranza. Va infatti osservato come le categorie a basso reddito si siano astenute oltre il 70%. E sapendo che i giovani sono sovrarappresentati in questa categoria, osserviamo come la loro partecipazione resti ancora abbastanza forte”. Lo ha detto il professor Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato Scientifico delle Settimane sociali, alla presentazione della ricerca “Giovani e partecipazione”, tenutasi oggi all’Università Cattolica di Milano. “Il voto dei giovani – ha proseguito Nerozzi – è stato sensibile all’ambiente e sul tema delle riforme. Se inoltre guardiamo ai 23 mila studenti che per la prima volta hanno potuto votare a distanza, vediamo come il voto europeista sia molto forte. Esiste un bacino di partecipazione giovanile che è molto importante, ma va compreso. Il potenziale di partecipazione chiede di essere quindi valorizzato. Osserviamo inoltre come spesso la qualità delle leadership per i giovani risulti molto bassa: troppo verticistica, poco capace di ascolto o di mediare i conflitti, che provoca un allontanamento dalla partecipazione. L’importanza del clima relazionale è invece fondamentale per i giovani”.