Esami di maturità: Affinati, “ragazzi, nel tema conta la vostra voce unica, il vostro contributo originale”

(Foto ANSA/SIR)

A molti  adulti sembrano “un reperto del passato, ma non dovremmo mai dimenticare che per i giovani pronti a sostenerli rappresentano la prima vera prova cui si sottopongono”. In un’intervista al Sir, lo scrittore e insegnante romano Eraldo Affinati parla degli esami di maturità che prendono il via per oltre 500mila studenti mercoledì 19 giugno.
In realtà, osserva, “la vera selezione è già avvenuta negli anni precedenti, fino al momento dell’ammissione”, e se scritti e orali  “assomigliano a pure formalità, vista la risibile percentuale dei bocciati”, continuano tuttavia “ad avere una grande importanza simbolica, anche per il punteggio ottenuto”. Per quanto riguarda il tema di italiano, “non sono importanti le tracce, ma il modo in cui si affrontano”; come in letteratura “vale molto di più lo stile, la voce unica dell’autore”. Per questo, ogni scolaro “è chiamato a dare, nella prova di italiano, il suo contributo originale”. La scrittura, assicura, “resta, ancora oggi, lo strumento espressivo più importante per valutare la maturità di un giovane”. Quale “sguardo” dovrebbero avere gli insegnanti sui ragazzi alle prese con il colloquio finale, vissuto sempre con apprensione, nel timore di non riuscire a dare il meglio di sé”. Per Affinati, “dovrebbe essere sempre amorevole e comprensivo, il che non significa meno esigente e rigoroso. L’I care di don Lorenzo Milani non voleva dire: puoi fare ciò che vuoi, rinunciando agli obiettivi da raggiungere. Significava piuttosto: tu mi interessi nel profondo, come persona, e quindi io cercherò di portarti fino al traguardo, attraversando insieme a te i percorsi che abbiamo stabilito”.
Sui programmi, in particolare di storia, per lo scrittore “andrebbero rinnovati” ma “con giudizio. Dare più spazio al Novecento e oltre si può fare senza ridurre lo studio della storia antica” che rimane “fondamentale. Ci sarebbe un grande lavoro da compiere sui libri di testo che dovrebbero essere molto più sintetici ed efficaci: meno erudizione e apparati, e più sostanza”.

 

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