Questa mattina a Palermo, nella Sala Alessi di Palazzo d’Orléans, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma delle celebrazioni di San Francesco patrono d’Italia del 3 e del 4 ottobre. La Sicilia sarà infatti la Regione che quest’anno offrirà l’olio per la lampada votiva dei comuni d’Italia che arde sulla tomba di san Francesco. Per il Sacro Convento ha partecipato il custode, fra Marco Moroni. “La Sicilia, da sempre crocevia – luogo di incontro e di frontiera – di culture e tradizioni, di religioni e fedi, di lingue e nazioni, è terra di accoglienza e di integrazione; una storia complessa, dei valori condivisi e degli atteggiamenti radicati nel cuore delle persone che l’hanno plasmata e hanno fatto sì che essa sia ciò che è veramente: un caleidoscopio di differenze convogliate in un’identità che è bellezza”, ha dichiarato fra Moroni.
“Quest’anno – ha aggiunto – la Sicilia a nome dell’Italia venera san Francesco, il suo patrono. Care amiche e cari amici siciliani, compirete così un pellegrinaggio di centinaia di chilometri per giungere ad Assisi. E come sappiamo bene il cammino, il viaggio, mentre lo ‘facciamo’ ci interpella, ci porta fuori di noi, ci spinge a lasciare le nostre certezze per assumere il punto di vista dell’altro che incontriamo. E noi avremo la gioia di accogliervi, per lasciarci contagiare dal calore, dalla bellezza e dalle storie che attraversano le vene della vostra comunità”.
Il custode del Sacro Convento ha espresso l’auspicio che “questo pellegrinaggio sia davvero un dono reciproco in cui chi arriva e chi accoglie sappia imparare dai doni degli altri, affinché diventiamo e siamo sempre più comunità in cui le differenze non sono ostacoli alla collaborazione ma al contrario la materia prima del nostro impegno per il bene comune che, come ci insegna la dottrina sociale della Chiesa e come non possiamo stancarci di ripetere, per essere il bene di tutti, deve essere anzitutto un’opportunità di crescita per chi – a vario titolo – è escluso o in via di esclusione”. Fra Moroni ha concludo: “Questo pellegrinaggio ad Assisi, che coinvolge in prima linea la Chiesa che è in Sicilia ma anche le istituzioni e tante istanze laiche – prendendo ispirazione dalla fraternità che san Francesco ci lascia come sua preziosa eredità –, sia un cammino di crescita per tutti noi nella solidarietà, in uno stile di trasparenza, giustizia e custodia della Casa comune”.