Durante la conferenza “La devianza giovanile in Italia: episodi o trasformazione?”, svoltasi oggi a Milano, i risultati esplorativi della ricerca sulla delinquenza giovanile sono stati discussi con esperti in criminologia, sociologia e psicologia, oltre a rappresentanti delle istituzioni pubbliche e del terzo settore, “con l’obiettivo di elaborare interventi efficaci e coordinati che coinvolgano tutti i contesti di formazione dei giovani: la famiglia, la scuola e la comunità. Un approccio multidisciplinare – proseguono i promotori – garantito anche dalla collaborazione della facoltà di Psicologia per l’analisi dei risultati dello studio. “Gli episodi di devianza giovanile ci fanno credere a un aumento dei casi – spiega il Ernesto Savona, direttore di Transcrime – ma i dati ufficiali raccontano un problema diverso: ad aumentare non sono i numeri, ma la violenza allarmante dei comportamenti. Per evitare che questa trasformazione divenga sistemica, dobbiamo intervenire oggi nelle cause e nei rimedi”. “Lo studio esplorativo che abbiamo svolto sull’universo minorile è denso di significati e spunti predittivi – afferma Antonio Sangermano, capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità – certamente utili per individuare e prevenire i momenti di frattura individuale e relazionale che possono spingere un giovane al reato. Dialogare, formare, responsabilizzare, focalizzare la ‘duale unità’ tra diritti e doveri, potenziare il nesso tra pena e prospettiva: queste, e altre, le sfide che il Dipartimento ha assunto e che trovano nel rapporto e in questa Conferenza un importante momento di riflessione”.