Una campagna per sensibilizzare i giovani sull’importanza della donazione di sangue e plasma, sfatando falsi miti ancora molto diffusi. Si chiama “Buon sangue non mente” ed è l’iniziativa nata dalla collaborazione tra il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, e Avis nazionale. Presentata oggi, Giornata mondiale del donatore di sangue, sarà diffusa sui canali Instagram e Facebook dei due enti.
Una serie di immagini, infografiche e filmati realizzati con il coinvolgimento di giovani content creator divulgherà i semplicissimi requisiti da seguire per compiere questo atto di altruismo e cittadinanza attiva. Obiettivo, fare chiarezza sui criteri di selezione dei donatori e sui comportamenti da assumere o evitare per non compromettere la donazione. La campagna – lanciata a seguito dell’incontro tra il ministro Abodi e Gianpietro Briola, presidente Avis nazionale – si rivolgerà a un pubblico di utenti tra i 18 e i 35 anni; fascia d’età su cui è fondamentale investire per garantire il ricambio generazionale dei donatori. Se è vero, infatti, che nel 2023 il numero dei donatori tra i 18 e 45 anni è tornato a crescere per la prima volta nell’ultima decade (+7mila unità rispetto all’anno precedente), tale risultato rientra in una tendenza ultradecennale all’invecchiamento di chi dona e che trova conferma nel confronto con gli anni precedenti. Nel 2023 i donatori tra 18 e 45 anni hanno rappresentato, infatti, il 50,7% del totale: solo 5 anni prima, nel 2018, tale percentuale era del 55%.
“La donazione di sangue – dichiara Abodi – è un atto d’amore verso il prossimo, un’esigenza costante da non relegare solo ai casi di emergenza e urgenza, perché le necessità sono quotidiane. A questo proposito, ringrazio il presidente Briola e i suoi collaboratori per la rapidità con la quale hanno aderito al progetto di collaborazione con il nostro Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale”. L’iniziativa odierna è il primo step di una collaborazione sistemica e sistematica, che “coinvolgerà non solo ragazze e ragazzi, ma tutto il mondo sportivo” per sensibilizzare “più persone possibili alla donazione del sangue”, conclude Abodi. “Proprio alla luce dei numeri che interessano i giovani – rileva Briola – già da tempo la nostra Associazione ha compreso la necessità di mettere in atto strategie di comunicazione innovative”. “Se vogliamo che il nostro messaggio giunga ai ragazzi”, sottolinea, “è necessario essere presenti nei luoghi digitali da loro frequentati”.