Diocesi: Cassano all’Jonio, a 10 anni dalla visita di Papa Francesco una veglia di preghiera presieduta da mons. Savino

“Sono ancora fervidi negli occhi e nelle orecchie le emozioni, i colori, gli odori e i rumori di quel 21 giugno di dieci anni fa. Una città, quella di Cassano all’Jonio, che si era tinta di bianco e giallo, i colori papali, che si era preparata ad un evento storico che sarebbe rimasto indelebile nel cuore di ognuno”. Così la diocesi di Cassano all’Jonio ricorda la visita di Papa Francesco avvenuta il 21 giugno 2014. A dieci anni da quell’evento, il prossimo 21 giugno alle 19.30, nella basilica minore di Cassano all’Jonio, alla presenza di don Luigi Ciotti e del vescovo emerito mons. Nunzio Galatino, il vescovo Francesco Savino, presiederà una veglia di preghiera per ricordare quell’evento. L’eco delle parole che Papa Francesco rivolse al popolo della diocesi – sottolinea una nota – “risuona ancora oggi, nel ricordo vivo di un viaggio che ha assunto un valore storico e commemorativo indelebile. Il rientro in Vaticano non ha cancellato ore piene di emozioni che sono terminate con la funzione religiosa, tra canti, applausi e abbracci”. Cittadini e pellegrini hanno salutato il Papa “con le braccia sollevate” e il coro “Francesco, Francesco” quasi a “non volerlo lasciare andare via”. Mons. Savino, oggi anche vicepresidente della Cei, ogni anno da quel giorno, “rende omaggio alla memoria di un evento di portata storica per non cancellare quel segno di grazia che ha lasciato e per tenere in vita le inappellabili parole che il Papa rivolse nella spianata di Sibari: la scomunica dei mafiosi ha caratterizzato l’omelia del Pontefice”. “La ‘ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dire di no”, ha detto quel giorno Papa Francesco davanti a circa 200mila persone: “Quelli che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”. Nella stessa occasione l’invito ai giovani a non “farsi rubare la speranza”.

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