Striscia di Gaza: Save the Children, “necessario istituire un meccanismo formale per monitorare e denunciare i crimini contro i bambini nei Territori palestinesi occupati”

“La decisione del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di includere le forze di sicurezza israeliane, le Brigate Qassam (Hamas) e le Brigate Al-Quds (Jihad islamica) nel rapporto delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati di quest’anno è un passo fondamentale per chiedere a questi attori di rispondere della devastazione della vita dei più piccoli”. Lo afferma Save the Children in una nota nella quale sottolinea che “elencando questi gruppi, Guterres invia il messaggio che la politica dovrebbe dare priorità alla vita dei bambini”. Per l’Ong, “sebbene sia responsabilità delle Nazioni Unite verificare tutte le gravi violazioni segnalate, la violenza in corso e il mancato accesso degli osservatori a Gaza fanno sì che qualsiasi grave violazione accertata sia probabilmente una frazione del numero reale. Ora è necessario istituire un meccanismo formale per monitorare e denunciare le violazioni contro i minori”.
“Siamo sollevati dalla decisione del segretario generale di aggiungere questi attori a questo fondamentale rapporto”, ha commentato Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children International: “Nel 2022 sono state commesse 3.133 gravi violazioni verificate contro i bambini nei Territori palestinesi occupati e in Israele, il secondo tasso verificato più alto di qualsiasi Paese quell’anno. Ogni volta che i colpevoli vengono sottratti alle loro responsabilità, si alimenta un clima di impunità. Pur elogiando la decisione del segretario generale, non ci sarebbe dovuta essere una catastrofe dei diritti dell’infanzia della portata di quella che abbiamo visto a Gaza per arrivare a questo. Ora è necessario istituire un meccanismo formale per monitorare e denunciare le violazioni contro i bambini. Per consentire ciò, bisogna garantire che gli operatori umanitari, i giornalisti e le organizzazioni per i diritti civili siano protetti e che il loro lavoro sia agevolato. Tutti gli Stati devono fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere i più piccoli da ulteriori gravi violazioni, anche bloccando il trasferimento di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi”. “Nelle zone di guerra di tutto il mondo, i bambini vivono orrori indicibili”, ha ammonito Ashing aggiungendo che “circa 468 milioni di minori nel mondo vivono attualmente in zone di conflitto. Molti stanno subendo i peggiori crimini che possano essere commessi contro i minori nei conflitti, dall’uccisione alle mutilazioni ai rapimenti fino alla violenza sessuale, al reclutamento in gruppi armati e agli attacchi a scuole e ospedali. I bambini non sono piccoli adulti: hanno uno status speciale nei conflitti, vulnerabilità specifiche, una serie aggiuntiva di diritti loro concessi e di obblighi distinti nei loro confronti. L’istituzione del mandato sui bambini e i conflitti armati nel 1997 è stata un esempio ispiratore di ciò che la comunità internazionale è in grado di fare quando la politica viene messa da parte. È uno degli strumenti più potenti per responsabilizzare le parti coinvolte nei conflitti che distruggono la vita dei più piccoli e, in ultima analisi, per proteggere i minori in conflitto. Mantenendo la credibilità di questo mandato, l’Onu difende i diritti dei bambini ovunque”.

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