Ragazzi vulnerabili: Roma, siglato “Il Patto per il Giubileo” da Dipartimento Giustizia minorile, Fonte d’Ismaele e Municipio VI Le Torri

(Foto Fonte d'Ismaele)

Come segno tangibile in preparazione al Giubileo del 2025 il Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità, l’Associazione Fonte di Ismaele e il Municipio VI Le Torri di Roma hanno sancito il loro impegno comune di tutela dell’adolescenza vulnerabile siglando il protocollo d’intesa “Il Patto per il Giubileo”.
Hanno siglato l’accordo: Antonio Sangermano, capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, Nicola Franco, presidente del VI Municipio, e Lucia Ercoli, presidente dell’Associazione Fonte d’Ismaele. Presente anche don Antonio Coluccia, da sempre sensibile alle attività di prevenzione, soprattutto sui minori.
Per tale occasione ha inviato un messaggio di saluto il card. Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario della Fonte d’Ismaele, e un ragazzo minorenne ha scritto una lettera aperta alle istituzioni e alla società civile.
Il protocollo prevede “il coinvolgimento di minori e giovani adulti a rischio di esclusione e/o autori di reato, nella realizzazione di interventi di rigenerazione urbana attraverso allestimenti trasfigurativi per la riqualificazione degli spazi pubblici della città di Roma, nelle zone centrali così come in zone periferiche”.
L’Associazione Fonte di Ismaele con i Laboratori d’Arte ha, da tempo, orientato le proprie attività secondo criteri volti ad individuare concrete iniziative in grado di rafforzare ed incentivare pratiche di intervento sociale con minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Presso i Laboratori dell’associazione, sono presenti persone con percorsi di studio ed esperienze lavorative in ambito pedagogico e psicologico e con la marginalità e la fragilità, in grado di accogliere ed inserire nei laboratori minori autori di reato per percorsi di messa alla prova e lavori di pubblica utilità.
Le attività dei laboratori sono finalizzate ad abbellire e riqualificare alcuni spazi urbani ubicati nei pressi delle stazioni della Metropolitana C di Roma (Torrenova, Torre Angela, Torre Gaia, Grotte Celoni), in vista dell’evento giubilare facendo del percorso della Metro C un itinerario di bellezza prodotta “in periferia” dai ragazzi autori di reato come forma concreta di giustizia riparativa e riconciliazione con la società civile.
La partecipazione dei minori a processi di rigenerazione urbana consentirà di riconoscere i punti di passaggio urbani, quali i sottopassi stradali/pedonali e le stazioni metro, come “porte civiche” ovvero come ingressi alla fruizione della città e dei suoi servizi nell’ordine della bellezza e del re-incanto urbano, quali parametri prospettici della vita comune. Tutto questo anche per valorizzare lo spazio e il tempo come coordinate di sviluppo della persona e delle sue relazioni, come risorse strutturali per ogni cambiamento trasformativo e per la tutela del bene prodotto.

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