Papa Francesco ha fatto recapitare la Bolla di indizione del Giubileo del 2025, “firmata di Suo pugno”, al card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita di L’Aquila. La Bolla “Spes non confundit” è stata consegnata al porporato dall’arcivescovo mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero vaticano per l’evangelizzazione e delegato di Papa Francesco per l’organizzazione dell’Anno Santo del 2025. Lo scorso 9 maggio, solennità dell’Ascensione, si legge in una nota dell’arcidiocesi, “aveva suscitato grande commozione” nel territorio aquilano la citazione nella Bolla di indizione del Giubileo, di Celestino V e della indulgenza della Perdonanza: “Da questo intreccio di speranza e pazienza appare chiaro come la vita cristiana sia un cammino, che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù. Mi piace pensare che un percorso di grazia, animato dalla spiritualità popolare, abbia preceduto l’indizione, nel 1300, del primo Giubileo. Non possiamo infatti dimenticare le varie forme attraverso cui la grazia del perdono si è riversata con abbondanza sul santo Popolo fedele di Dio. Ricordiamo, ad esempio, la grande “perdonanza” che San Celestino V volle concedere a quanti si recavano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, nei giorni 28 e 29 agosto 1294, sei anni prima che Papa Bonifacio VIII istituisse l’Anno Santo. La Chiesa già sperimentava, dunque, la grazia giubilare della misericordia”. “Mentre si avvicina la conclusione del mio ministero episcopale – ha dichiarato il card. Petrocchi – lascio in dono alla Chiesa Aquilana e quindi all’arcivescovo coadiutore mons. Antonio D’Angelo, la Bolla del prossimo Giubileo firmata da Papa Francesco, perché, custodendo questo prezioso documento, L’Aquila diventi sempre più consapevole del compito affidatale dal Santo Padre durante la Sua Visita Pastorale del 28 agosto 2022, quella cioè di essere la ‘capitale del perdono e della riconciliazione’. Una definizione – come ho già avuto modo di ribadire – che onora la comunità ecclesiale e civile Aquilana, ma al tempo stesso la responsabilizza e la impegna, ne disegna l’identità e anche ne chiarisce la missione”.