Diocesi: Cagliari, conclusi i festeggiamenti in onore di fra Nicola da Gesturi. Mons. Baturi “è un precursore, cerca lo spazio di Dio tra la gente”

Conclusi nel santuario cagliaritano di Sant’Ignazio da Laconi i festeggiamenti in onore di fra Nicola da Gesturi, il questuante cappuccino beatificato 25 anni fa da papa Giovanni Paolo II, venerato in tutta la Sardegna. Sei giorni di preghiera caratterizzati dal triduo di preparazione, celebrato da fra Salvatore Sini, seguito dall’anniversario del transito, la processione tra il convento e la cattedrale di Santa Maria Regina dei sardi e – sabato 8 giugno, giorno del 66° anniversario della morte del frate – dalle liturgie eucaristiche celebrate dal card. Mauro Gambetti, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, e dall’arcivescovo Giuseppe Baturi. Numerosi fedeli, riferisce la diocesi, hanno ripercorso le tappe principali della spiritualità di fra Nicola, scolpite nel discorso di Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1999, giorno della beatificazione in piazza San Pietro. Fra Nicola ha incarnato, secondo il pontefice polacco, in modo singolare il mistero dell’abbassamento e dell’umiliazione di Gesù Cristo. “Dobbiamo ricuperare semplicità e silenzio per fare spazio a un altro che viene, a Dio”, ha spiegato l’arcivescovo di Cagliari. “Fra Nicola è un precursore, cerca lo spazio di Dio tra la gente”, ha aggiunto mons. Giuseppe Baturi in una pagina di catechesi aperta per indicare il senso della rotta pastorale alla Chiesa di Cagliari: «Non realizzare programmi, ma costruire lo spazio di Dio nella nostra storia”. Attenzione alla spiritualità di fra Nicola nelle parole del card. Gambetti, francescano conventuale, davanti a un migliaio di persone con larga rappresentanza di giovani: “Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne”. Per fra Ignazio Melis, vice postulatore della causa di canonizzazione, “c’è continuità tra ciò che accadeva ai tempi del beato Nicola e ciò che accade oggi, nel senso che così come all’epoca vi era un continuo pellegrinaggio nel tentativo di incontrare fra Nicola per chiedergli preghiere, benedizioni, consigli, anche a 60 anni di distanza – dice fra Ignazio Melis – si riscontra lo stesso pellegrinaggio alla cappella, dove riposano i suoi resti mortali: i fedeli la frequentano con continuità e presentano al beato le stesse necessità e richieste, e ripartono con l’animo colmo di speranza, con la fiducia di essere stati da lui ascoltati”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa