“Certo ci fu l’opera del papa, ci fu la ragionevolezza dei due fronti, che davanti all’irreparabile, scelsero il riparabile. Ma il fatto che andasse così fece gridare al miracolo e alla grazia della Madonna”. Così commenta don Flavio Peloso, postulatore generale della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza (don Orione), il voto fatto dai fedeli di Roma il 4 giugno del 1944 per invocare la pace e la fine del secondo conflitto mondiale, per intercessione della Madonna Salus Populi Romani, in occasione della commemorazione, a 80 anni di distanza, organizzata dalla diocesi romana, questo pomeriggio, presso la Parrocchia Santa Maria Mater Dei. La liberazione della città, con la ritirata delle truppe tedesche a Nord e l’entrata degli alleati, avvenne lo stesso giorno, poco dopo. L’indomani, una folla di fedeli si riversò in piazza San Pietro dove il papa, Pio XII, per tre volte si affacciò per salutare e proclamare un discorso divenuto famoso. “Quello che celebriamo oggi – prosegue – è grande ed iscritto nella storia di Roma. Fa parte della fede della diocesi. È veramente un grande evento che attualizza la devozione all’icona”. L’ultimo atto del compimento di quel voto, come rammenta il postulatore, è la celebrazione della memoria liturgica di Santa Maria “Salus Populi Romani”, istituita per decreto lo scorso 25 aprile 2023, nel nuovo calendario della diocesi, da celebrarsi il 4 giugno di ogni anno. “Oggi – aggiunge – ricordiamo una tragica e gloriosa pagina della storia di Roma in cui Maria è stata protagonista concretamente”. Il voto, pronunciato dal papa nella chiesa di San’Ignazio, aveva tre contenuti, in parte indicati dal pontefice: la conversione del cuore e dei costumi, un’opera di culto a memoria del voto, che si tradurrà nella realizzazione della chiesa del Divino Amore, e una di carità, che sarà l’inizio della attività della Congregazione di don Orione in via della Camilluccia.