“Rompere gli stereotipi e cambiare la percezione che una società come quella boliviana continua ad avere delle donne. Scalando montagne. Senza tagliarsi le lunghe trecce, indossando gonne colorate sopra gli indumenti tecnici e, quando la salita lo permette, anche la tradizionale bombetta”. È quello che sta tentando di fare un gruppo di donne indigene Aymara della Bolivia (Cholitas, in termine dispregiativo) che, dopo aver conquistato la vetta dell’Aconcagua (6.962 metri, la cima più alta del Sudamerica), si stanno preparando a scalare l’Everest. È uno dei servizi proposti dalla rivista di strada Scarp de’ tenis, promossa dalla Caritas, in vendita on line e davanti alle parrocchie da questo fine settimana.
“Il nome che il gruppo si è dato – si legge su Scarp – deriva da chola e significa meticcia: fino a qualche anno fa era usato solo in modo dispregiativo, soprattutto dai bianchi nei confronti delle donne indigene, native degli altopiani andini. Ma non solo, le Cholitas erano escluse anche all’interno della loro stessa comunità”.
Ogni anno arrivano migliaia di turisti nei villaggi andini della Bolivia che si trovano a oltre 4mila metri, per fare trekking o scalare le montagne. Le donne sono sempre state addette ai bagagli, come portatrici, e alle cucine, ma restavano sempre escluse dalle attività di guida. E non potevano scalare. “Nel 2015 un gruppo di loro, tutte mogli, madri, sorelle e figlie di guide indigene, ha deciso che le cose sarebbero cambiate. Hanno cominciato ad accompagnare in autonomia i turisti sulle montagne. E oggi continuano a farlo. Nella filiera del turismo boliviano sono conosciute anche come Choco Trek”. L’emancipazione delle donne dalle leggi tribali è proseguita con il desiderio di arrivare alle vette più alte. “Tutto è iniziato nel dicembre 2015 quando partirono per la loro prima spedizione sull’Huayna Potosí (6.088 metri), una cima della Cordillera Real. E poi sull’Illimani, 6.462 metri e sul Sajama, a 6.542 metri, la cima più alta della Bolivia. Poi, come già ricordato, nel 2019 cinque di loro hanno condotto con successo l’ascensione dell’Aconcagua, in Argentina, 6.962 metri, la vetta più alta delle Americhe tenendo così a battesimo le Cholitas escaladoras. E ora si stanno preparando per l’impresa più difficile: l’Everest, il tetto del mondo. “Vogliamo organizzare la spedizione, da aprile a giugno 2025 – racconta Elena Quispe, la coordinatrice delle Cholitas escaladoras Bolivia, guida di trekking –. Saremo in quattro di 27, 30, 38, e 40 anni. La spedizione durerà circa 3 mesi e diventerà un film, Cholitas en el Everest. Scaleremo con corde e con ossigeno”.
Il gruppo delle Cholitas escaladoras attualmente è composto da 14 donne indigene, di età compresa tra i 15 e i 55 anni. “L’alpinismo per le Cholitas non è solo uno sport. Ma la via maestra per l’emancipazione”.