Diocesi: Milano, sul mensile “Il Segno” focus su Chiesa e persone divorziate. E un’intervista ai nuovi 17 preti

“Se in passato le persone separate o divorziate percepivano un rifiuto da parte della Chiesa, oggi la situazione è profondamente cambiata”. Nella diocesi di Milano il merito è, soprattutto, dei Gruppi Acor, a cui il nuovo numero del mensile “Il Segno” dedica la copertina (“Separati in chiesa”). Nati formalmente nel 2007 dall’intuizione di don Silvano Caccia, in seguito a un discorso del card. Martini e alle forti sollecitazioni del card. Tettamanzi, i Gruppi sono attivi in vari luoghi della diocesi e coinvolgono stabilmente 400 persone di fede cattolica. Tante, ma ancora “una goccia nell’oceano degli utenti potenziali”, dicono i coordinatori Alessandra Doneda e Giulio Gaetani.
“I Gruppi offrono un aiuto per alleviare il senso di fallimento e la solitudine che spesso fanno seguito a un’unione finita male. Gestiti da volontari, counselor e psicologi, sono strutturati in due momenti: un percorso accoglienza biennale e, per chi ne sente il bisogno, spazi di incontro nella fede, gruppi di preghiera e condivisione a cadenza mensile”.
Il mensile torna poi a occuparsi dei vari modi di interpretare il sacerdozio. L’8 giugno prossimo, i 17 giovani diaconi che hanno concluso il lungo percorso di studio in seminario e di tirocini nella comunità saranno ordinati preti dall’arcivescovo Delpini. “Come se la caveranno in una società con pochi sacerdoti, tanti più impegni da svolgere e sempre meno gente a messa?”. Con la creatività e la libertà di osare, rispondono alcuni di loro in un’intervista: “Nella gente resta viva la domanda di senso, sta a noi trovare le strategie giuste”.
Cinquant’anni fa, intanto, centinaia di loro predecessori in Italia, scelsero di essere preti lavorando anche in fabbrica e attuando con successo varie forme di evangelizzazione dal basso nelle periferie piene di fabbriche e casermoni che crescevano allora tumultuosamente. Uno degli esempi più noti avvenne nella chiesa “in mattoni e col tetto di lamiera” della Resurrezione a Sesto S. Giovanni. Che da qualche anno è in un nuovo edificio (sempre a forma di fabbrica) e che il 30 giugno sarà consacrata da mons. Delpini.

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