“Il primo segno di speranza” deve tradursi “in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra”. E’ l’indicazione del Papa, nella Bolla di indizione del Giubileo 2025, “Spes non confundit”. “Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza”, lo scenario delineato da Francesco, che si chiede: “Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte?”. “L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti”, l’appello del Papa: “Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”.