“Il mondo ha bisogno della speranza, come ha tanto bisogno della pazienza, una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza”. È l’appello del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla speranza. “Gli uomini pazienti sono tessitori di bene”, ha osservato Francesco: “Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa. Anche quando intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti più buie. Speranza e pazienza vanno insieme”. “La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e qui non conta l’età anagrafica”, ha precisato il Papa: “Perché ci sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una tensione permanente verso il futuro. Pensiamo a quei due grandi vecchi del Vangelo, Simeone e Anna: non si stancarono mai di attendere e videro l’ultimo tratto del loro cammino terreno benedetto dall’incontro con il Messia, che riconobbero in Gesù, portato al Tempio dai suoi genitori”. “Che grazia se fosse così per tutti noi!”, ha esclamato Francesco: “Se dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare: ‘Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele’”. “Andiamo avanti e chiediamo la grazia di avere la speranza”, l’invito finale a braccio: “La speranza con la pazienza, sempre guardare a quell’incontro definitivo, guardare che il Signore è sempre vicino a noi, che mai la morte sarà vittoriosa. Preghiamo perché il Signore ci dia questa grande virtù della speranza, accompagnata dalla pazienza”.