La messa e la supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, oggi ha offerto l’occasione di “fare memoria del centenario della morte della contessa Marianna Farnararo, avvenuta il 9 febbraio 1924, cofondatrice delle insigni opere pompeiane insieme al suo sposo, il beato Bartolo Longo”. Lo ha detto, stamattina, mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, nell’omelia della messa che a Pompei ha preceduto la supplica alla Madonna del Rosario, che si recita alle ore 12. Il presule presiede entrambi i riti.
“Io sono qui quest’oggi in quanto vescovo di Conversano-Monopoli e con me porto tutta la ricchezza di pietà mariana che qualifica Monopoli, la quale si onora del titolo di Civitas Mariae, a lei conferito in occasione del IX centenario della venuta dal mare della venerata Icona della Madonna della Madia”, ha aggiunto, ricordando: “La storia della nostra città è illuminata dalla devozione alla Madre di Dio e per tutti l’Icona dell’Odigitria, custodita nella basilica concattedrale, è un riferimento insostituibile. In ogni casa vi è l’immagine della Madonna della Madia e dalla più tenera età i bambini imparano a rivolgere lo sguardo e la preghiera a lei, che veglia quale Madre provvida su ogni famiglia. Questo clima di profonda religiosità mariana ha respirato la piccola Marianna, venuta alla luce a Monopoli il 13 dicembre del 1836. Certamente anche la sua famiglia è stata luogo dove si educava a guardare a Maria e a rivolgersi a lei con fiducia. A me piace pensare alle tante volte in cui lei, piccola, condotta dalla sua mamma, si recava davanti all’Icona della Madonna della Madia e lı̀ si lasciava guardare da quegli occhi dolcissimi, pregni di luce, che si posavano su di lei. Lì ha imparato a confidare nella Mamma del Cielo, lì ha imparato a pregare e ad affidare a lei le sofferenze del suo cuore di bambina, soprattutto quando ad appena 9 anni perse il papà. A Monopoli Marianna ha mosso i primi passi nella vita, nella fede e nell’amore alla Madonna e quegli anni sono stati per lei la radice feconda che mai si è inaridita e che ha portato i suoi frutti nel tempo”.